Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567

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1dico che la uoce non è altro che un ſegno, co'l

quale ſi manifeſta il concetto, ouero (come be
ne la diffiniſce Ariſtotele) la uoce è un ſuono
dell'animale, cauſato dalla percußione dell'ae­
re reſpirato nella canna del polmonc, modifi­
cata dalla imaginatione per proferire tal uoce
che moſtri quello che l'animo ha conceputo.
MOR. Queſta diffinitione conuerrebbe à
ogni ſorte di uoce de gli animali.
TOM.
Conuerrebbe, ma aſcoltate la diuiſione.
Eſſa

uoce ſi diuide in ſignificatiua, & non ſignifi­
catiua: oltra di queſto la ſignificatiua ſi di­
uide in naturalmente ſignificatiua, & in ſi­
gnificatiua ſecondo il piacere dell'huomo: non
ſigniſicatiua è quella uoce, che altro non rap­
preſenta all'intelletto di chi ode ſe non il ſuo­
no, come è il mugire de buoi, l'annitrire de
caualli.
La uoce che naturalmente ſignifica
è quella che rappreſenta appreſſo tutti ſempre
il medeſimo concetto, come il piagnere del­
l'huomo, che appo tutti moſtra triſtezza.
La uoce poi che è artificiale, cioè à benepla­

cito dell'huomo, della quale hora intendiamo
di ragionare, è quella che da una natione è
poſta à una coſa, per mezo della quale un'al­
tra natione non intenderà quella coſa, ma un'al
tra, ouero niente, perche ella è ſecondo il uo­
lere de gli huomini.
MOR. Dimodo che

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