11723TERZO.
che li Accademici Fiorentini _nelli ſaggi, &
c.
à carte_ 28.
inſe-
gnano vn modo di vedere la loro ſalita, dicendo à queſto
propoſito. _Queſto ſi vede manifeſtamente ogni volta, che nella_
_canna s’introduce vn po d’acqua, la quale nel farſi il voto ſalendo_
_ſopra l’argento, diſcopre nel paſſaggio che fanno per lo ſuo mezzo,_
_quei finiſſimirebullimenti, che da eſſo verſo il voto s’inalzano._
gnano vn modo di vedere la loro ſalita, dicendo à queſto
propoſito. _Queſto ſi vede manifeſtamente ogni volta, che nella_
_canna s’introduce vn po d’acqua, la quale nel farſi il voto ſalendo_
_ſopra l’argento, diſcopre nel paſſaggio che fanno per lo ſuo mezzo,_
_quei finiſſimirebullimenti, che da eſſo verſo il voto s’inalzano._
_Cont._
Belliſsimo modo di vedere queſta falica quando lacqua
ſia purgatiſsima dall’aria, e dalli eflui, che eſcono da eſſa
ſenza comparatione in maggior quantità, che dal mercu-
rio. Onde quando non ſia purgatiſsima, ſarà difficile di-
ſcerner ſe ſiano efluui della medema acqua, ò pure del
mercurio.
ſia purgatiſsima dall’aria, e dalli eflui, che eſcono da eſſa
ſenza comparatione in maggior quantità, che dal mercu-
rio. Onde quando non ſia purgatiſsima, ſarà difficile di-
ſcerner ſe ſiano efluui della medema acqua, ò pure del
mercurio.
_Mat._
Hora queſti eflui ſaliti ſopra il mercurio eſercitano ſo-
pra eſſo, e con eſso quella medema grauità, che eſercita-
uano entro eſso Onde, e del mercurio, e d’eſſi faſſi pure
vn compoſto, che ſi paragona con il cilindro d’aria, che
preme ſopra il mercurio ſtagnante, il qual cõpoſto è mag-
giore, e preme più che il ſolo mercurio. Ma quando nella
fiſtola ſi pone il mercurio purgato dall’aria, non ſalendo
ſopra eſso, o nulla, ò almeno pochiſſi no, ſeil mercurio s’-
hà da equilibrare con l’aria p@emente, bi ogna che ſaliſca
quel più, che premeuano quelli efluui, che erano in eſso, c
che ſariano ſaliti ſopra eſso.
pra eſſo, e con eſso quella medema grauità, che eſercita-
uano entro eſso Onde, e del mercurio, e d’eſſi faſſi pure
vn compoſto, che ſi paragona con il cilindro d’aria, che
preme ſopra il mercurio ſtagnante, il qual cõpoſto è mag-
giore, e preme più che il ſolo mercurio. Ma quando nella
fiſtola ſi pone il mercurio purgato dall’aria, non ſalendo
ſopra eſso, o nulla, ò almeno pochiſſi no, ſeil mercurio s’-
hà da equilibrare con l’aria p@emente, bi ogna che ſaliſca
quel più, che premeuano quelli efluui, che erano in eſso, c
che ſariano ſaliti ſopra eſso.
_Ofr_.
V.
S.
dica anco la ſua opinione circa la cauſa della diſceſa
del mercurio più del conſueto quando queſto ſia ſcofso,
& agitato.
del mercurio più del conſueto quando queſto ſia ſcofso,
& agitato.
_Mat_.
E queſta pure credo che naſca dalla ſalita delli efluui, e
purgamento del mercurio fatto ò auanti il procurarſi il vo-
to, ò anco in virtù dell’agitatione, e concuſſione. Ma per
intender il come, mi dica Signor Ofredi; ha mai oſseruato
quelli, che vendono il formento, ò altre biade? C@oè quan-
to ſiano geloſi, che non ſe diano ſcoſse a ſtaio, ò altra mi-
ſura con la quale miſurano?
purgamento del mercurio fatto ò auanti il procurarſi il vo-
to, ò anco in virtù dell’agitatione, e concuſſione. Ma per
intender il come, mi dica Signor Ofredi; ha mai oſseruato
quelli, che vendono il formento, ò altre biade? C@oè quan-
to ſiano geloſi, che non ſe diano ſcoſse a ſtaio, ò altra mi-
ſura con la quale miſurano?
_Ofr_.
L’ho oſseruato certo.
Et hanno molto ben ragione d’eui-
tare queſte ſcoſse; perche ſe alcuno daise del piede nello
ſtaio gia pieno, farebbe non poco diſcender la biada; per-
che li grani, che ſi toccano con gran la ſſitudine, elibertà,
contenendo frà ſe infinite cauita aſsai conſiderabili;
tare queſte ſcoſse; perche ſe alcuno daise del piede nello
ſtaio gia pieno, farebbe non poco diſcender la biada; per-
che li grani, che ſi toccano con gran la ſſitudine, elibertà,
contenendo frà ſe infinite cauita aſsai conſiderabili;