Borro, Girolamo, Del flusso e reflusso del mare, 1561

List of thumbnails

< >
111
111
112
112
113
113
114
114
115
115
116
116
117
117
118
118
119
119
120
120
< >
page |< < of 244 > >|
    <archimedes>
      <text>
        <body>
          <chap>
            <p type="main">
              <s>
                <pb xlink:href="012/01/117.jpg" pagenum="129"/>
              della Donna, il che ſe coſi è come egli è ſi conclude, che la
                <lb/>
              Donna come fine, & come vltima perfettione dell'huomo,
                <lb/>
              muoue l'huomo ad amarla, & ad vnirſi perfettamente ſeco
                <lb/>
              amandola, & a ripoſarſi in lei, ſenza oercar'altra perfettione,
                <lb/>
              poſſedendola: & vero anzi veriſsimo ſarà, che la Donna ſia
                <lb/>
              l'ultimo fine dell'huomo. </s>
              <s>Hauendo veduto con molti argu­
                <lb/>
              menti, che la Donna, è il fine, e la perfettione dell'huomo,
                <lb/>
              ſenza neſſuna faticha, concluderemo, lo ſtato della Donna
                <lb/>
              eſſer'piu perfetto, che non è lo ſtato dell'huomo, perche la
                <lb/>
              perfettione del fine, è maggiore, che non è quella dello coſe
                <lb/>
              ordinate al fine. </s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>Io per me honeſte & belle Donne, cognoſco l'imperfettion
                <gap/>
                <lb/>
              mia: e perche voi, con lo ſplendor'che eſce da voſtri occhi,
                <lb/>
              da me cacciate le oſcuriſsime tenebre della ignoranza, e mi
                <lb/>
                <expan abbr="cõcedete">concedete</expan>
              tanto di lume, che io, piu oltre penetrando, com­
                <lb/>
              prendo, che voi ſiete il mio proprio & natural line, mentre
                <lb/>
              mi truouo da voi lontano, trauaglio di continuo, quando
                <lb/>
              poi, e vi piace concedermi tanta gratia, che io caſtamente
                <lb/>
              amandoui, e ſeruendoui di buon core, con voi mi vniſca,
                <lb/>
              mi ſento diuentar perfetto ripoſandomi nella voſtra perfet­
                <lb/>
              tione à me da voi per ſola gratia comeſſa, la qual perfettio­
                <lb/>
              ne tanto dura, quanto voi volete, che io mi conſerui vo­
                <lb/>
              ſtro, però ricognoſcendoui per vltimo fine, e per vltima
                <lb/>
              perfettione dell'eſſer'mio, vi dò que maggiori honori, che io
                <lb/>
              poſſo, & deſidero, che gli altri voſtri amanti, meco vi conſa­
                <lb/>
              crino altari, e
                <expan abbr="tẽpi">tempi</expan>
              , e meco vi offeriſchino que ſacrificii, che à
                <lb/>
              tanta diuinita ſi conuengono. </s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>ISABEL. </s>
              <s>Io pur' dianzi ſentiuo dir'al Colombo non
                <lb/>
              ſo che di forma, e di materia: quindi argumento, che gli huo
                <lb/>
              mini foſſero piu perfetti delle Donne, per non ſo che via di
                <lb/>
              Ariſtotile. </s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>FILOG. </s>
              <s>Il Colombo forſe doueua voler dire, che la
                <lb/>
              femina deſidera il maſchio, come la materia deſidera la for­
                <lb/>
              ma, e come la coſa imperfetta deſidera la ſua perfettione: &
                <lb/>
              di qui doueua voler raccorre, che gli huomini foſſero piu </s>
            </p>
          </chap>
        </body>
      </text>
    </archimedes>