Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567

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1aggiugnendo alla diffinitione queſte due paro­
le, ſignificatiua, à beneplacito, haueremo la
diffinitione della uoce di che parliamo.
TOM.

Vero e, & queſta uoce ſi diuide in uoce di pri­
ma intentione, & di ſeconda intentione, &
quella della prima intentione è la uoce che ſi­
gnifica il concetto, ilquale immediatamente
riceue l'intelletto dalla coſa, come à dire ca­

pra, leone.
La uoce, della ſeconda intentio
ne è poi quella che ſignifica il concetto della
mente riceuuto immediatamente non dalla co­
ſa, ma dal modo d'intenderla; percioche l'in
telletto (per darne eſſempio) poi che ha rice­
uuto la natura humana ſecondo la prima in­
tentione, paragona queſto primo concetto poi
à tutti gli huomini, & uedendo che conuiene
queſto concetto à tutti gli huomini, forma di
ſubito un concetto di eſſa natura humana, per
che prima la conſideraua in ſe come partico­
lare, & dopò il paragone che ha fatto la con­
ſidera in uniuerſale, il cui concetto lo chia­
mamo ſeconda intentione, & le uoci, che rap
preſentano eſſa ſi chiamano uoci uniuerſali, ò
ſpecie, ò communi, di che parlando Porfirio
ne i Predicabili, & Ariſtotele nella Topica

uolſero che foſſero cinque, cioè Genere, Specie,
Differenza, Proprio, & Accidente.
MOR.
et di quali uoci parlaremo noi?
TOM. Del-

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