DelMonte, Guidubaldo, Le mechaniche

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1autori, ſedendo con certa machina detta, ſecondo Oribaſio, Triſpaſton, per
che ſi maneggiaua con tre corde, tirò dal mare in terra quella gran naue
del Rè ſuo; & con la forza della mano ſiniſtra moſſe mediante l'iſtru­
mento vn peſo di cinque mila ſtaia ò moggia, sì fattamente che diputan­
do à ciaſcuno ſtaio quarantacinque libre di peſo, aſcenderebbono alla ſom­
ma di dugento venticinque mila libre; & preſumeuaſi di hauer potuto
mouere la terra, trouando doue fermarſi con la leua, ò con quella ſua ma­
china deſcritta da Pappo nell'ottauo libro delle raccolte matematiche, la
quale hauea cinque rote co' ſuoi asſi, & vna vite perpetua co'l manico: Io
mi rendo certo, che ella s'ingegnerebbe di formare iſtrumenti per adoprare
altretanto.
Hauendo io dunque veduti, & iſperimentati queſti vari difici ad Oſo­
po; & esſendomi ſtato da lei moſtrato la prima volta il preſente libro, &
commendato ſommamente, mi propoſi nell' animo, che vtile ſarebbe il ri
durlo in volgare, accioche coloro i quali ſono atti per altro ad intenderlo,
ma non hanno conoſcenza del Latino, poteſsero, farne ſuo profitto.
Coſi
compiuta l'opera, & fattala ſtampare, la mando à V. S. Illuſtriſs. che poſ
ſede eſquiſitamente queſta materia, & ſeconda i ſtudi delle buone lette­
re, i quali, ſe dopo Iddio, non vengono fauoriti da i gran Signori, nulla va
gliono.
Che ſe in qualche parte haurò à gli amatori delle Mechaniche re­
cata ageuolezza, & vtilità con le mie fatiche, douranno eglino ſaper' à
lei buon grado, che di queſta fattura è ſtata cagione.
Di Venetia à 28. di Giugno 1581.
Di V. S. Illuſtriſs.
Affettionatiß. ſeruidore
Filippo Pigafetta.

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