12096DELLA FORZA DE’ CORPI
viva, ſi accomodi alle leggi univerſali del moto;
non perchè io abbia difficoltà niuna in ciò; ma
a voi ſta di moſtrare, che niuna poſſa averſene.
Allora io rivolto alla Signora Principeſſa, ſe voi,
diſſi, non ponete modo alle contradizioni, e alle
domande, queſti Signori hanno tanta voglia di
ſervirvi, che mai non la finiranno. Anche una
coſa, ripigliò il Signor D. Serao, non ho io be-
ne inteſo nel fine della ſpiegazione, che avete fat-
ta dell’ aprimento degli elaſtri: avendo voi det-
to, eſſere da ſeguirſi la ſemplicità in tutti gli ef-
fetti della natura, donde avete tratto argomento,
che la forza viva ſia da rigettarſi. E che? diſſi io;
Non pare a voi, che la natura ſia ſempliciſſima
in tutti i ſuoi effetti? A me par sì, diſſe il Signor
D. Serao; ma io ho creduto, che a voi non paja
lo ſteſſo, almen tanto, quanto parer dovrebbe;
avendo voi detto, ſe non m’ inganno, che una
tale ſemplicità l’ hanno i filoſofi introdotta più
per comodo loro, che per onore della natura;
con che parmi, che abbiate offeſo e i ſiloſofi, e
la natura ſteſſa. Io non ſapea, riſpoſi, d’ aver fat-
to così gran male; ne che i filoſofi doveſſer me-
co ſdegnarſi, ſe io aveſſi creduto, che eſſi pen-
ſaſſero anche al loro comodo; il che ſe faceſſe-
ro, chi potrebbe giuſtamente riprendergli? e cre-
do, che la natura ſteſſa gli eſcuſerebbe. Voi ri-
volgete in gioco, diſſe allora il Signor D. Serao,
la mia domanda. Ma certo a me pare, che cer-
cando i filoſofi la ſemplicità per tutto,
non perchè io abbia difficoltà niuna in ciò; ma
a voi ſta di moſtrare, che niuna poſſa averſene.
Allora io rivolto alla Signora Principeſſa, ſe voi,
diſſi, non ponete modo alle contradizioni, e alle
domande, queſti Signori hanno tanta voglia di
ſervirvi, che mai non la finiranno. Anche una
coſa, ripigliò il Signor D. Serao, non ho io be-
ne inteſo nel fine della ſpiegazione, che avete fat-
ta dell’ aprimento degli elaſtri: avendo voi det-
to, eſſere da ſeguirſi la ſemplicità in tutti gli ef-
fetti della natura, donde avete tratto argomento,
che la forza viva ſia da rigettarſi. E che? diſſi io;
Non pare a voi, che la natura ſia ſempliciſſima
in tutti i ſuoi effetti? A me par sì, diſſe il Signor
D. Serao; ma io ho creduto, che a voi non paja
lo ſteſſo, almen tanto, quanto parer dovrebbe;
avendo voi detto, ſe non m’ inganno, che una
tale ſemplicità l’ hanno i filoſofi introdotta più
per comodo loro, che per onore della natura;
con che parmi, che abbiate offeſo e i ſiloſofi, e
la natura ſteſſa. Io non ſapea, riſpoſi, d’ aver fat-
to così gran male; ne che i filoſofi doveſſer me-
co ſdegnarſi, ſe io aveſſi creduto, che eſſi pen-
ſaſſero anche al loro comodo; il che ſe faceſſe-
ro, chi potrebbe giuſtamente riprendergli? e cre-
do, che la natura ſteſſa gli eſcuſerebbe. Voi ri-
volgete in gioco, diſſe allora il Signor D. Serao,
la mia domanda. Ma certo a me pare, che cer-
cando i filoſofi la ſemplicità per tutto,