Zanotti, Francesco Maria
,
Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre
,
1752
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DELLA FORZA DE’ CORPI
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lo nell’ una, e nell’ altra maniera; </
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preserve
">non ſatà egli
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lode anche di Dio, potendo fare queſto maravi-
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glioſo univerſo in più maniere, il farlo nella più
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ſemplice? </
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">E ſe ſavio, accorto, e prudente ſi ſtima
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da ognuno quell’ artefice, che fa l’ orologio più
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toſto di tre ruote, che di venti; </
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preserve
">perchè non ſa-
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viiſſimo, non accortiſſimo, non prudentiſſimo ſti-
<
lb
/>
meraſſi egli il ſovrano artefice di tutte le coſe, fac-
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lb
/>
cendole provenire più toſto da due principj, che
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da mille? </
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">Voi dite vero, riſpoſi; </
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preserve
">e non è alcun
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dubio, che l’ orologiero farà gran ſenno a com-
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/>
por l’ orologio con tre ruote più toſto, che con
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venti; </
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">e ciò forſe all’ accortezza, e ſaviezza ſua ſi
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conviene. </
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">Ma vedete, che tutto queſto ſi appog.
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preserve
">gia, ad una ragione, che voi forſe non avvertite, et è
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a mio giudicio, tanto forte, che par quaſr, che eſ-
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/>
ſa ſola voglia eſſere conſiderata; </
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echoid-s1414
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preserve
">e queſta è, che
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all’ orologiero più tempo, e più fatica ſi ricerca a
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fare, e comporre inſieme le venti ruote, che le,
<
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/>
tre; </
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echoid-s1415
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preserve
">et oltre a ciò vi ha più ſpeſa, et anche più
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pericolo, eſſendo più facile errare in venti, che in
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tre; </
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">e quindi è, che eſſendo egli in tutte le ſue
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facoltà finito, e riſtretto, dee uſarne in ciaſcuna
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delle ſue opere il men che può, per riſerbarne il
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più che può per le altre. </
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preserve
">Che ſe ſi deſſe un oro-
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logiero, a cui lo ſteſſo foſſe far venti ruote, che
<
lb
/>
tre, ne più ſpeſa vi aveſſe, ne più fatica, ne più
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lb
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tempo doveſſe porvi, ne più ſtudio, e foſse egual-
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lb
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mente ſicuro di ſaperle congegnar bene; </
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preserve
">io non
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ſo, per qual ragione doveſse egli eſser ripreſo, </
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