Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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124100DELLA FORZA DE’ CORPI gnora Principeſſa, con coteſte voſtre ragioni leva-
te ai filoſofi tutti i lor ſiſtemi;
perciocchè qual
n’ ha, che non ſia principaliſſimamente fondato
ſul principio della ſemplicità?
Eccovi che i Co-
pernicani amano tanto quella loro ipoteſi, che più
non l’ hanno per ipoteſi;
ne poſſon ſoffrire, che
altri ne dubiti;
tanto ne ſono orgoglioſi. E per-
chè ciò?
perchè par loro, che ſia più ſemplice di
qualunque altra fingere ſe ne poſſa.
Già i Carte-
ſiani rigettarono tutte le forme, e tutte le qualità
d’ Ariſtotele, credendo che il mondo ſarebbe più
ſemplice ſenza eſſe;
benchè anche ne accuſarono
l’ oſcurità;
dalla quale accuſazione pare, che i
Neutoniani le abbiano aſſolute, avendo aggiunto
ai principj di Carteſio non ſo qual forza attrat-
tiva così oſcura, come le qualità erano di Ari-
ſtotele.
I quali però vedete quanto amano la ſem-
plicità;
che oltrechè quella lor forza attrattiva non
l’ hanno introdotta che per biſogno, avrete an-
che oſſervato, che eſsendo tante e tanto varie tra
loro le forze attrattive de’ corpi, et eſsendone
ancor molte non attrattive, ma repulſive, pur s’
ingegnano gli uomini acutiſſimi, e ſi sforzano,
quanto poſsono, di perſuadere, che tutte ſono
una forza ſola;
et amano meglio di eſsere oſcuri,
che di non parer ſemplici.
E lo ſteſso Ariſtotile, ben-
chè moltiplicaſse a diſmiſura le forme, le quali-
tà, gli accidenti, non però ne introduſse, ſe non
quante gli parvero eſser neceſsarie;
e niuna ne
poſe mai, che egli credeſse inutile;
donde ſi

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