Zanotti, Francesco Maria
,
Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre
,
1752
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127
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LIBRO I.
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pingete in un gran pelago, chiamandomi a ra-
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gionare dei fini, e dei mezzi della natura, e del-
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/>
la ragion di crearli; </
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echoid-s1481
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preserve
">e parmi che molto giudizio-
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/>
ſamente Carteſio vietaſſe a ſuoi d’ impacciarſi de
<
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/>
fini della natura, avendogli per troppo occulti;
<
lb
/>
</
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s
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echoid-s1482
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preserve
">e veramente ſe ſon tali, quali quel graviſſimo uo-
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lb
/>
mo gli credette, e quali ſono in fatti da crede-
<
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/>
re, io non sò, a qual’ uſo ſerbiſi il principio
<
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/>
della ſemplicità volendo ſtabilire piu toſto un ſi-
<
lb
/>
ſtema, che un’ altro; </
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echoid-s1483
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preserve
">perchè ſe quel ſiſtema è
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più ſemplice, che più ſpeditamente, e con mag-
<
lb
/>
gior facilità conduce ai fini della natura; </
s
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<
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echoid-s1484
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preserve
">non ſa-
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/>
pendo noi queſti fini, e dovendo pur ſempre du-
<
lb
/>
bitare, ſe oltre quelli, che ci par di ſapere, altri
<
lb
/>
ne abbia la natura, che non ſappiamo, come po-
<
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/>
tremo noi diſtinguere tra due ſiſtemi, qual ſia più
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ſemplice, e qual meno? </
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echoid-s1485
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preserve
">E certo io vi concedo,
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che ſe Dio voleſſe una coſa come mezzo, il qual
<
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conduceſſe a un certo fine, e quella veramente
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/>
non vi conduceſſe, moſtrerebbe di non averla ab-
<
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/>
baſtanza conoſciuta; </
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echoid-s1486
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preserve
">perciocchè l’ avrebbe pre-
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lb
/>
ſa come un mezzo, non eſſendolo eſſa; </
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echoid-s1487
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preserve
">ma non
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per queſto vorrebbe dirſi, che Dio non aveſse
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creata quella tal coſa; </
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echoid-s1488
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preserve
">perciocchè ſe egli non l’
<
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aveſse voluta, come un mezzo, potrebbe averla
<
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voluta, come un’ altro fine; </
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echoid-s1489
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preserve
">e molto meno è da
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pretendere, che potendo Dio aſsumere molti mez-
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/>
zi, i quali componendoſi tutti inſieme, e maravi-
<
lb
/>
glioſamente accordandoſi traggano a un certo fi-
<
lb
/>
ne, e potendo anche aſsumerne pochi, debba </
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