Mellini, Domenico
,
Discorso
,
1583
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archimedes
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s
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13
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do; che queſto non ſi può ſenza altro, ne in al
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lb
/>
cun'modo fare; & che gl'è vn penſiero vano, ſi
<
lb
/>
come ſi dichiarerà. </
s
>
<
s
>Et che vogliano dire & in
<
lb
/>
ferire queſto, & non altro, pare che non ſi poſ
<
lb
/>
ſa dubitare, poſcia che le parole vſate da quel
<
lb
/>
li, lo ſignificano
<
expan
abbr
="
apertamẽte
">apertamente</
expan
>
, dicendo eglino di
<
lb
/>
volere comporre & fabbricare vno Ordigno,
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lb
/>
che ſi muoua ſempre ſenza mai reſtare,
<
expan
abbr
="
cõ
">com</
expan
>
dar
<
lb
/>
gli vn Moto che ſia perpetuo. </
s
>
<
s
>Et ſe anco la lo
<
lb
/>
ro
<
expan
abbr
="
intẽzione
">intenzione</
expan
>
fuſſe di volere dire, che dato vna
<
lb
/>
fiata ſola il mouimento à tale corpo, e'fuſſe
<
lb
/>
per muouerſi di poi ſempre da ſe, & ſenza che
<
lb
/>
altro motore lo moueſſe, fuori della vertù &
<
lb
/>
forza impreſſagli dal principio dal ſuo primo
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lb
/>
Mouente; ſi come ſi vede nella Ruota del Va
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lb
/>
ſellaio, & nel Paleo & Trottola, che girano
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/>
poiche Colui, il quale cominciò à girarle, la
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lb
/>
ſciò di muouerle; queſto ſarebbe viepiu im
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lb
/>
poſsibile, & al tutto incredibile: poſcia che eſ
<
lb
/>
ſere non può, che il Moto ſi faccia, ſe il Motore
<
lb
/>
& il Mobile non ſono inſieme, & attualmente
<
lb
/>
ſi toccano cioe, ſe il Mouente non tocca ſem
<
lb
/>
pre il Mobile di maniera che infra di loro non
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lb
/>
ſia di mezzo coſa veruna, come dichiarò Ari
<
lb
/>
ſtotile nel ſettimo della Fiſica; ò vertualmente
<
lb
/>
cioe,
<
expan
abbr
="
cõ
">com</
expan
>
lo imprimere nel Mobile della ſua ver
<
lb
/>
tù, la quale però durerebbe poco, come ſi ve
<
lb
/>
de nel moto di quelle coſe, le quali ſono tira
<
lb
/>
te, ò auuentate con mano, ò con qualche ſtor
<
lb
/>
mento. </
s
>
<
s
>Et queſto etiandio fa che non può eſ
<
lb
/>
ſere Perpetuo quello, che è Violento. </
s
>
<
s
>Ma ſe </
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chap
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archimedes
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