Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

Page concordance

< >
Scan Original
121 97
122 98
123 99
124 100
125 101
126 102
127 103
128 104
129 105
130 106
131 107
132 108
133 109
134 110
135 111
136 112
137 113
138 114
139 115
140 116
141 117
142 118
143 119
144 120
145 121
146 122
147 123
148
149 125
150 126
< >
page |< < (107) of 343 > >|
131107LIBRO I. ancorchè non lo meritino. Nel che ſi compiace
dell’ infinita liberalità, e magnificenza ſua, ne
ſta, cred’ io, a fare i calcoli, ne a prender mi-
ſure per timor di non creare una ſtella di più, o
far qualche pianeta oltre il biſogno:
come un ec-
cellentiſſimo muſico, il qual compiacendoſi della
ſua voce, canta a diletto;
ne ſi rimane, perchè
biſogno non ne ſia.
E ſe Dio fa le coſe non moſ-
ſo dalla bellezza loro, ma dal piacere di farle,
chi ſa fin dove queſto piacere lo porti, e fino a
qual ſegno egli abbia voglia di ſollazzarſi?
che
non può già a lui dirſi, come al fanciullo:
ceſſa
omai, tu hai giocato abbaſtanza.
Voi tornate
diſse allora il Signor D.
Serao, a i voſtri luoghi
oratorj;
e moſtrando egli di voler pur proſegui-
re, la Signora Principeſſa l’ interruppe, e diſse:
coteſta voſtra diſputa è ormai troppo lunga, e
fuor di propoſito;
che ſe voi vi fermate tanto in
coteſte ſottigliezze, non ſarà mai, che per noi ſi
torni agli elaſtri.
Pur permettetemi, vi prego, diſ-
ſe allora il Signor D.
Serao, che io aggiunga una
coſa ſola;
ed è, che Maupertuis, filoſoſo tra quan-
ti oggidì ne ſono in tutta Europa chiariſſimo, ha
creduto di potere argomentare, che l’ autore del-
la natura debba eſsere e prudentiſſimo, e ſapien-
tiſſimo, e finalmente Dio, dimoſtrando non al-
tro, ſe non che tra le infinite leggi del moto, ch
eſser potevano, abbia egli ſaputo conoſcer le
più ſemplici, cioè quelle, nelle quali ha men di
fatica e men d’ azione;
e quelle ſi abbia

Text layer

  • Dictionary

Text normalization

  • Original

Search


  • Exact
  • All forms
  • Fulltext index
  • Morphological index