Alberti, Leon Battista, L' architettura

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131127LIBRO QVINTO. ue la giouentû ſtando ad aſpettare i loro uecchi, che tornino da negociare con
il Principe, ſi poſſa eſercitare con ſaltare, con fare alla Palla, con trar la Pietra, &

con far a le braccia.
Piu a dentro poi un grande Androne, o una grandiſsima
Sala;
Doue i Clientoli poſsino aſpettando i lor Padroni, ſtare a diſputare; & doue
ſia preparatoil ſeggio da ſtarui il Principe a dar le ſententie.
Piu adẽtro poi una
115 altra ſala, doue i principali de lo ſtato ſi ragunino inſieme a ſalutare il Principe,
&
a dire il parer loro di quel che e’ ſono domandati. Etſarà forſe conuenien-
te farne due.
Vna per la ſtate, & una per la Vernata: & ſopratutto ſi debbe ha-
uere riguardo a l’antica, &
ſtracca età de uecchi Padri, che ui ſi ragunano: che e’
non ui acaggia loro niente di coſa, cõtro la loro ſanità, &
che e’ poſsino ſtarui a
2210 diſputare, &
a deliberare de le coſe ſenza alcuno pur minimo impedimento, fi-
no a tanto che ricerca il biſogno, &
la neceſsità. Io truouo appreſſo di Seneca
che Gracco primieramente, &
poi Druſo ordinarono di nõ dare audienza a tut
ti in un medeſimo luogo;
ma di hauere la Turba ſegregata, & riceuere alcuni in
parte piu ſegreta:
alcuni con molti; & alcuni con la uniuerſalità, perdimoſtrare
3315 in quel modo, quali erano i loro primi, &
quali i loro ſecondi Amici. Se que-
ſto in una coſi fatta fortuna, o ti è lecito, o ti piace, Potrai fare piu &
diuerſe por
te, per le quali tu gli poſſa riceuer e da l’una, &
da l’altra parte, & mandarne que
gli, che haranno hauuta audienza, o tener fuora ſenza contumacia quelli, a cui
tu non la uoleſsi dare.
Sia ne le caſe una Torre rileuata, da laquale in un ſubi-
4420 to ſi poſsino uedere tutti i motiui.
Er coſi in queſte coſe, & in le ſimili a que-
ſte conuengono inſieme;
Ma in quello che le ſieno differenti ſon queſte. Per-
cioche le Caſe de Re, ſtanno bene nel mezo de la città che ſieno facili a l’andar-
ui, ornale dilicatamente, &
leggiadramente piu toſto che ſuperbamente: Ma ad
un Principe, che nuouamente ſi ſia acquiſtato uno ſtato, ſtà meglio una Fortez-
5525 za, che un Palazzo, la quale ſia &
dentro, & fuori de la Città. Alle caſe de Re ſtà
bene che ui ſia congiunto il luogo da recitarui gli ſpettacoli;
il tempio, & alcuni
belli Edificij ancora di Baroni.
Vn Principe quale habbian detto, è di neceſsi
tà che habbia la ſua Fortezza ſpiccata per tutto allo intorno da ogni ſorte di edi-
ficio, ornatiſsima, &
conueniente; & giouerà ancora a l’uno, & a l’altro quella
6630 muraglia (che eſſendo un Palazzo Regio) ſe e’ non ſarà fatto tanto sbandato, che
e’ non ſe ne poſſa facilmente ſcacciare chi uoleſſe fare inſolentia.
Et eſſendo
una Fortezza, ſe ella ſarà fatta dimaniera, che ella non parrà manco una habita-
tione diuno dilicato Principe, che una Prigione.
Non uorrei laſciar già in die
tro in queſto luogo che a Principinuoui ſono commodiſsimene le groſſezze de
7735 le mura alcune occulte, &
ſecrete feſſure, dale quali poſsino di naſcoſo inten-
der quel che, o i Foreſtieri;
o que’ di caſa infra loro ragionino. Ma eſſendo
officio proprio de la Caſa Regale, l’eſſer quaſi in tutte le ſue coſe, &
maſsimo
ne le Principali, diuerſa da le Fortezze, ſarà bene congiugnere a la Fortezza
il Palazzo Regale.
Gli Antichi coſtumarono di far le fortezze ne la Città.
8840 Per hauere, & eſsi, & il Re, doue rifuggire ne li accidenti contrarij, & doue la
Pudicitia de le Matrone, &
de le fanciulle ſi difendeſſe con la Sanità de le co-
ſe ſacre.
Feſto racconta che appreſſo de gli Antichi, le Fortezze erano con-
ſacrate a la Religione, &
che elle ſi uolenano chiamare Auguriali, & che

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