1Giulio, & nel Foro di Ceſare il Tempio di Venere, & ſe altri Tempij ſono di queſta ma
niera compoſti. La maniera detta Siſtilos, è quella, doue tra le colonne ſi puo ponere due
groſſezze di colonne, & i Zocchi delle ſpire a quello ſpacio ſono tanto grandi, quanto ſa
rà tra due zocchi, come è nel Tempio della Fortuna equeſtre al Theatro di pietra, & ne
gli altri, che ſono con le iſteſſe ragioni fabricati.
niera compoſti. La maniera detta Siſtilos, è quella, doue tra le colonne ſi puo ponere due
groſſezze di colonne, & i Zocchi delle ſpire a quello ſpacio ſono tanto grandi, quanto ſa
rà tra due zocchi, come è nel Tempio della Fortuna equeſtre al Theatro di pietra, & ne
gli altri, che ſono con le iſteſſe ragioni fabricati.
La humana cognitione, ſia di che uirtù dell'anima eſſer ſi uoglia o del ſenſo, o dello intelletto,
comincia prima dalle coſe confuſe, & indiſtinte, ma poi approſſimandoſi l'oggetto, ſi fa piu par
ticolare, & piu certa. nè uoglio hora filoſofare ſopra queſto; ſolamente ne darò un'eſſempio del
la cognitione de i ſenſi. Vedendo noi di lontano alcuna coſa, ci formiamo prima una cognitione
confuſa dello eſſere, ma uedendo poi, che quella col mouimento ſi porta in alcuna parte, giudica
mo, che ſia animale; & piu auuicinandoſi conoſcemo eſſer un'huomo; poi piu appreſſo conoſce
mo, che è un'amico; & finalmente uedemo ogni parte di quello. coſi dallo eſſere, che è coſa uni
uerſaliſſima, uenimo al mouimento, & dal mouimento ci reſtrignemo all'animale, & peruenen-
28[Figure 28]
do a piu distinto conoſcimento, trouamo l'huomo, riconoſcemo l'amico, & distinguemo ogni
parte del corpo ſuo. ſimilmente adiuiene nella cognitione dello intelletto. però Vitru. ci ha pro
poſto una indiſtinta, & confuſa cognitione de i Tempij, preſa dalla figura, & dallo aſpetto loro.
Perche tra le coſe ſenſibili, la figura è oggetto commune, perche è ſottopoſta alla cognitione di
piu ſenſi. Diſcende poi alla diſtanza delle parti; & diuenirà finalmente alla particolare, & di
ſtinta miſura d'ogni particella. Sette adunque ſono i regolati aſpetti delle figure de i Tempij. co
me uniuerſali principij della cognitione di queſta materia, & gia ſono ſtati eſpoſti quali ſiano.
Approſſimandoſi poi allo edificio, uedemo le apriture, & ſpecialmente gli ſpacij tra le colonne,
i quali eſſendo in alcuni Tempij piu riſtretti, & in alcuni piu larghi, portano all'occhio diuerſe
apparenze, & fanno diuerſi effetti, o di dolcezza, & bellezza, o di grandezza, & ſeuerità, ſi
come fanno gli ſpacij delle uoci nelle orecchie: però che quello, che è conſonanza alle orecchie, è
comincia prima dalle coſe confuſe, & indiſtinte, ma poi approſſimandoſi l'oggetto, ſi fa piu par
ticolare, & piu certa. nè uoglio hora filoſofare ſopra queſto; ſolamente ne darò un'eſſempio del
la cognitione de i ſenſi. Vedendo noi di lontano alcuna coſa, ci formiamo prima una cognitione
confuſa dello eſſere, ma uedendo poi, che quella col mouimento ſi porta in alcuna parte, giudica
mo, che ſia animale; & piu auuicinandoſi conoſcemo eſſer un'huomo; poi piu appreſſo conoſce
mo, che è un'amico; & finalmente uedemo ogni parte di quello. coſi dallo eſſere, che è coſa uni
uerſaliſſima, uenimo al mouimento, & dal mouimento ci reſtrignemo all'animale, & peruenen-
28[Figure 28]
do a piu distinto conoſcimento, trouamo l'huomo, riconoſcemo l'amico, & distinguemo ogni
parte del corpo ſuo. ſimilmente adiuiene nella cognitione dello intelletto. però Vitru. ci ha pro
poſto una indiſtinta, & confuſa cognitione de i Tempij, preſa dalla figura, & dallo aſpetto loro.
Perche tra le coſe ſenſibili, la figura è oggetto commune, perche è ſottopoſta alla cognitione di
piu ſenſi. Diſcende poi alla diſtanza delle parti; & diuenirà finalmente alla particolare, & di
ſtinta miſura d'ogni particella. Sette adunque ſono i regolati aſpetti delle figure de i Tempij. co
me uniuerſali principij della cognitione di queſta materia, & gia ſono ſtati eſpoſti quali ſiano.
Approſſimandoſi poi allo edificio, uedemo le apriture, & ſpecialmente gli ſpacij tra le colonne,
i quali eſſendo in alcuni Tempij piu riſtretti, & in alcuni piu larghi, portano all'occhio diuerſe
apparenze, & fanno diuerſi effetti, o di dolcezza, & bellezza, o di grandezza, & ſeuerità, ſi
come fanno gli ſpacij delle uoci nelle orecchie: però che quello, che è conſonanza alle orecchie, è