133109LIBRO I.
di conſiglio.
Sì;
riſpoſi io;
ma queſta mente
avea biſogno di così poca ſcienza, e di così
poco conſiglio, che ſe io non ſapeſſi altro di
lei, per queſto ſolo non la farei un Dio; e
più la ſtimo di aver potuto creare i corpi, e
trarli dal nulla, et impor loro certe leggi, qua-
li che eſſe ſieno, onde doveſſe uſcirne il vago e
maraviglioſo aſpetto dell’ univerſo; che di aver
conoſciuto fra le tante leggi del moto, quali foſ-
ſero le più ſemplici. Finchè noi, diſſe allora il
Signor D. Serao, andremo dietro agli argomenti
dei metaſiſici, a voi non mancheranno le ſotti-
gliezze. Intanto però tutte le opere della natura,
che noi intendiamo, noi le troviamo molto ſem-
plici; e da quelle, che intendiamo, poſſiamo ſa-
re argomento dell’ altre. Tutte le opere, riſpoſi
io, che intendiamo, della natura, le troviamo
ſemplici, perchè noi non intendiamo, ſe non le
ſemplici; alle più compoſte non poſſiamo aggiun-
gere; e quelle iſteſſe, che chiamiamo ſemplici,
non le diremmo forſe tali, ſe le intendeſſimo per-
fettamente; che ſcopriremmo anche in eſſe un’ in-
finita varietà di azioni, e di qualità, e di modi,
che la picciolezza del noſtro intendere non ci per-
mette di diſcoprire; eſſendo coſa vana il crede-
re, che gli artificj della natura non ſi eſtendan
più là delle noſtre cognizioni. Vedete, diſſe il
Signor D. Serao, la varietà dei colori, che pare-
va eſſere compoſtiſſima, come s’ è ridotta a ſem-
plicità, riducendoſi tutti quanti i colori a ſoli
avea biſogno di così poca ſcienza, e di così
poco conſiglio, che ſe io non ſapeſſi altro di
lei, per queſto ſolo non la farei un Dio; e
più la ſtimo di aver potuto creare i corpi, e
trarli dal nulla, et impor loro certe leggi, qua-
li che eſſe ſieno, onde doveſſe uſcirne il vago e
maraviglioſo aſpetto dell’ univerſo; che di aver
conoſciuto fra le tante leggi del moto, quali foſ-
ſero le più ſemplici. Finchè noi, diſſe allora il
Signor D. Serao, andremo dietro agli argomenti
dei metaſiſici, a voi non mancheranno le ſotti-
gliezze. Intanto però tutte le opere della natura,
che noi intendiamo, noi le troviamo molto ſem-
plici; e da quelle, che intendiamo, poſſiamo ſa-
re argomento dell’ altre. Tutte le opere, riſpoſi
io, che intendiamo, della natura, le troviamo
ſemplici, perchè noi non intendiamo, ſe non le
ſemplici; alle più compoſte non poſſiamo aggiun-
gere; e quelle iſteſſe, che chiamiamo ſemplici,
non le diremmo forſe tali, ſe le intendeſſimo per-
fettamente; che ſcopriremmo anche in eſſe un’ in-
finita varietà di azioni, e di qualità, e di modi,
che la picciolezza del noſtro intendere non ci per-
mette di diſcoprire; eſſendo coſa vana il crede-
re, che gli artificj della natura non ſi eſtendan
più là delle noſtre cognizioni. Vedete, diſſe il
Signor D. Serao, la varietà dei colori, che pare-
va eſſere compoſtiſſima, come s’ è ridotta a ſem-
plicità, riducendoſi tutti quanti i colori a ſoli