134110DELLA FORZA DE’ CORPI
to.
E vedete, diſſi, la luce, che ſi tenea per ſem-
pliciſſima, e poi s’ è trovata compoſta di ſette ſpe-
cie di raggi tra lor diverſiſſime; le quali ſpecie
ſarebbono anche più, ſe la debolezza de’ noſtri
ſenſi ci laſciaſſe maggiormente diſtinguere tutte
le differenze, che ſono in ciaſcuna di loro; le
quali differenze noi le chiamiamo piccole, non
perchè piccole ſieno, ma perchè piccole pajono
agli occhi noſtri; e noi non ponendo lor mente
confondiamo inſieme molte ſpecie, e forſe di in-
finite ne facciamo una ſola. Voi non la finirete
mai, diſſe qui la Signora Principeſſa. E il Signor
D. Serao, vedete, diſſe, anche i corpi celeſti,
che parean’ eſſere tanto varj tra loro, e di più ſpe-
cie, altri pianeti, altri comete; et ora ſi ſon tro-
vati eſſere pianeti tutti, d’ un medeſimo ordine,
con le medeſime leggi, e per così dire d’ una
ſteſſa famiglia. E queſta famiglia, riſpoſi io, in
quanta varietà ſi è poſta, e quanto ſi è ſconvolta
e turbata, da che le comete vi ſi ſono introdot-
te! Che già i pianeti ſi diſtinguevan tra loro ſo-
lamente d’ onore, per così dire, e di grado, aven-
do altri l’ accompagnamento dei ſatelliti, ed al-
tti nò, et eſſendone uno ſingolarmente ornato d’
un mirabile anello; ora quanto maggior varie-
tà et incoſtanza appariſce in loro! Che già altri
pianeti hanno la coda lunghiſſima, altri non ne
hanno punto; altri ſi avvolgono d’ una foltiſſima
nebbia, et altri non hanno pur l’ atmosfera; e
dove gli antichi pianeti ſi rivolgevano tutti,
pliciſſima, e poi s’ è trovata compoſta di ſette ſpe-
cie di raggi tra lor diverſiſſime; le quali ſpecie
ſarebbono anche più, ſe la debolezza de’ noſtri
ſenſi ci laſciaſſe maggiormente diſtinguere tutte
le differenze, che ſono in ciaſcuna di loro; le
quali differenze noi le chiamiamo piccole, non
perchè piccole ſieno, ma perchè piccole pajono
agli occhi noſtri; e noi non ponendo lor mente
confondiamo inſieme molte ſpecie, e forſe di in-
finite ne facciamo una ſola. Voi non la finirete
mai, diſſe qui la Signora Principeſſa. E il Signor
D. Serao, vedete, diſſe, anche i corpi celeſti,
che parean’ eſſere tanto varj tra loro, e di più ſpe-
cie, altri pianeti, altri comete; et ora ſi ſon tro-
vati eſſere pianeti tutti, d’ un medeſimo ordine,
con le medeſime leggi, e per così dire d’ una
ſteſſa famiglia. E queſta famiglia, riſpoſi io, in
quanta varietà ſi è poſta, e quanto ſi è ſconvolta
e turbata, da che le comete vi ſi ſono introdot-
te! Che già i pianeti ſi diſtinguevan tra loro ſo-
lamente d’ onore, per così dire, e di grado, aven-
do altri l’ accompagnamento dei ſatelliti, ed al-
tti nò, et eſſendone uno ſingolarmente ornato d’
un mirabile anello; ora quanto maggior varie-
tà et incoſtanza appariſce in loro! Che già altri
pianeti hanno la coda lunghiſſima, altri non ne
hanno punto; altri ſi avvolgono d’ una foltiſſima
nebbia, et altri non hanno pur l’ atmosfera; e
dove gli antichi pianeti ſi rivolgevano tutti,