Tartaglia, Niccolo, Quesiti et inventioni diverse, 1554

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1ſimilmente nelli baluardi ui ſi conuengono coſi großi pezzi, perche li pezzi großiſo­
no
(ſecondo il mio parere) ſolamente per rouinar le mura delle citta, & non per tirar
nelli
eſſerciti, & li pezzi piccoli, & meggiani, ſono per tirare nelle ordinanze, ouer
nelli
eßerciti, & non per rouinar le mura delle citta, perche un pezzo piccolo, ouer un
meggiano
, à me mi pare eſſer di tanta faccione, per tirare in una banda de fantaria che
ueniſſe
ſotto à tal citta, quanto che ſaria un canon da.
50. ouer da. 100. & forſi piu.
P
. Queſta uoſtra opinione non me diſpiace, perche un ſacro, & altri pezzi ſimili,
nel
tempo che uorra uno di detti pezzi großi à tirarlo due uolte, ſe potranno tirare
tre
uolte, & forſipiu, & tanto effetto fara forſi l'uno, quanto l'altro per cadauna uol
ta
. N. Coſi è da credere, oltra che ſariano di molto menor ſpeſa, et occupariano man
co
luoco. P. Certamente penſando ſopra di uoi ſtago ſtupefatto, che non hauendo uoi
mai
tirato, ne dilettato da tirare di artegliaria, archibuſo, ne ſchioppo, ne eſſerui gia­
mai
eſſercitato, nell'arte militare, ne praticato doue ſe fortifichi alcuna citta, ouer for­
tezza
.
Et che ui baſti l'animo non ſolamente di parlare, ma ditrattar di queste coſe.
N
. Il non è da mar auigliarſi di queſto, perche l'occhio mentale uede piu intrinſeca­
mente
nelle coſe generale, di quello, che fa l'occhio corporale, nelle particolare. P. Di
temi
un poco, ue aricordati hauermi conoſciuto, quando che io ſtantiaua à Breſſa.
N
. Me ne ariccordo ſi, quantunque à quel tempo io fuſſe molto piccolo, & per tal ſi­
gnale
uoſtra Signoria stantiaua in quella contrata, che è fra li Carmini, & Santo Chri
ſtofolo
, ouer Santa Chiara nuoua. P. Voi diceti la uerita: Ditemi anchora, come ſe
chiamaua
uoſtro padre. N. Mio padre hebbe nome Michele. Et perche la natura
non
gli fu manco auara in dare à ſua perſona grandezza conneniente, di quello, che fu
la
fortuna in farlo partecipe di ſuoi beni, fu chiamato Micheletto. P. Certamente ſe
la
natura fu alquanto auara, in dare alla perſona di uoſtro padre grandezza conuenien
te
, nanche con uoi è ſtata molto liberale. N. Io me ne allegro, perche l'eſſer di perſo
na
coſi piccolo, mi fa teſtimoniaza che ueramente fui ſuo figlio, perche anchor che il
non
mi laſciaſſe al mondo, à me con un'altro mio fratello, & due ſorelle, quaſi ſaluo, che
l
'eſſer per buona memoria de lui, mi baſta hauer ſentito à dire da molti che il conoſceua
& praticaua, che egliera huomo da bene, della qual coſa molto piu me ne contento, &
allegro
di quello haueria fatto ſe mi haueſſe laſciato di molta facolta con un triſto no­
me
. P. Che eſſercitio faceua uoſtro padre. N. Mio padre teneua un cauallo, & con
quello
correua alla poſta ad iſtantia di Cauallari da Breſſa, cioe portando lettere della
Illuſtrißima
Signoria, da Breſſa, à Bergamo, à Crema, à Verona, & altri luochi ſimili.
P
. Di che caſataſe chiamaua. N. Per Dio che io non ſo, ne me aricordo de altra ſua
caſata
ne cognome, ſaluo che ſempre il ſentei da piccolino chiamar ſimplicemente Mi
cheletto
Cauallaro, potria eſſer che haueſſe hauuto qualche altra caſata, ouer cogno­
me
, ma non che io ſappia, la cauſa è, che il detto mio padre mi morſe eſſendo io di eta de
anni
ſei, uel circa, & coſi restai io, & un'altro mio fratello (poco maggior di me) &
una
mia ſorella (menora di me) inſieme con nostra madre uedoua, & liquida di beni
della
fortuna, con la quale, non poco dapoi fuſſemo dalla fortuna conquaſſati, che à uo
lerlo
raccontar jaria coſa longa, la qual coſa mi dete da penſare in altro, che de inque­
rire
di che caſata ſe chiamaſſe mio padre. P. Non ſapendo di che caſata ſi chiamaſſe

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