Tartaglia, Niccolo, Quesiti et inventioni diverse, 1554

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1uoſto o padre, perche ue chiamati coſt Nicolo Tartaglia. N. Io ue diro, quando che
li Frarceſi ſaccheggiorno Breſſa (nel qual ſacco fu preſo la bona memoria del Magni
fico meſſer Andrea Gritti (à quel tempo Proueditore) & fu menato in Franza, oltra
che ne fu ſualiſata la caſa (anchor che poco uifuſſe) ma piu, che eſſendo io fuggito nel
domo di Breſſa inſieme con mia madre, & miaſorella, & molti altri huomini, & don­
ne della noſtra contrata, credendone in tal luoco eſſer ſalui almen della perſona, ma tal
penſier ne ando falito, perche in tal chieſa, alla preſentia di mia madre mi fur date cin
que ferite mortale, cioe tre ſu la testa (che in cadauna la panna del ceruello ſi uedeua)
& due ſu la fazza, che ſe la barba non me le occultaſſe, io pareria un mostro, frale
quale una ue ne haueua à trauerſo la bocca, & denti, la qual della maſſela, & palato
ſuperiore me ne fece due parti, & el medeſimo della inferiore: per la qual ferita, non
ſolamente io non poteua parlare (ſaluo, che in gorga, come fanno le gazzole) ma nan
che poteua manzare, perche io non poteua mouere la bocca, nelle maſſele in conto al­
cuno, per eſſer quelle (come detto) inſteme con li denti tutte fraccaſſate, talmente, che
biſognaua cibarme ſolamente con cibi liquidi, & con grande induſtria.
Ma piu forte
che à mia madre, per non hauer coſi il modo da comprar li unguenti (non che da tuor
medico) fu aſtretta à medicarme ſempre di ſua propria mano, & non con unguenti,
ma ſolamente con el tenermi nettate le ferite ſpeſſo, & tolſe tal eſſempio dalli cani,
che quando quelli ſi trouano feriti, ſi ſanano ſolamente con el tenerſi netta la ferita con
la lingua.
Con la qual cautella, in termine di pochi meſi me riduſſe à bon porto, hor
per tornare al noſtro propoſito, eſſendo io quaſi guarrito di tale, et tai ferite, ſtetti un
tempo, che io non poteua ben proferire parole, ma ſempre balbutaua nel parlare, per
cauſa di quella ferita à trauerſo della bocca, & denti (non anchor ben conſolidata) per
il che li putti della mia eta con chi conuerſaua, me impoſero per ſopra nome Tarta­
glia.
Et perche tal cognome me duro molto tempo, per bona memoria di tal mia di­
ſgratia, me apparſo de uolermi chiamare p Nicolo Tartaglia. P. Diche eta erate uoi
à quel tempo. N. De anni. 12. uel circa. P. Certamente la fu coſa molto crudele à
ferire un putto di quella eta, auiſandoui, che mi mar auigliaua di tal uoſtro str anio co
gnome, pche à me mi pareua di non hauer mai alduto ne ſentito à nominar una tal caſa­
ta in Breſſa. N. La coſa sta preciſamente, come ho narrato à uoſtra Reuerentia.
P. Che fu uoſtro precettore. N. Auanti, che mio padre moriſſe, fui mandato al­
quanti meſi à ſcola di leggere, ma perche à quel tempo io era molto piccolo, cioe di
eta de anni cinque in ſei, non me aricordo el nome di tal maeſtro, uero è, che eſſendo poi
di eta di anni.
14. uel circa. Andei uolontar iamente circa giorni. 15. à ſcola de ſcriuere
da uno chiamato maeſtro Franceſco, nel qual tempo imparaia fare la. A.b.c.per fin al
k. de lettra mer canteſca. P. Perche coſi per fina al. k. & non piu oltra. N. Per­
che li termini del pagamento (con el detto maeſtro) erano di darui cl terzo auanti trat
to, & un'altro terzo quando che ſapeua fare la detta. A.b.c.per fina al. k. & el reſto
quando, che ſapeua fare tutta la detta. A.b.c. & perche al detto termine non mi troua
ua coſi li danari de far el debito mio (& deſideroſo de imparare) cercai di hauere alcu
ni diſuoi Alphabeti compiti, & eſſempi de lettera ſcritti di ſua mano, & piu non ui
tornai, perche ſopra de quelli imparai da mia poſta, & coſi da quel giorno in qua, mai

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