Angeli, Stefano degli, Terze considerationi sopra una lettera di Gio. Alfonso Borelli, scritta da questi in replica di alcune dottrine incidentemente tocche

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142 cidentemente tocca nel ſuo famoſiſſimo Libro _De Vi_
_Percuſſionis_.
Cont. Io riceuo due conſolationi in queſto pun-
to;
la prima è, che mi pare vederla queſta mattina
aſſai migliorata dalla ſua diſpoſitione;
l´altra che ſia
finalmente capitata queſta lettera.
Ofred. Io pure hò li medeſimi motiui di ralle-
grarme, che hà il Sig.
Conte. E quanto a queſta
lettera modeſtamente mi lamentarei del dottiſſimo
Signor Mengoli, che potendola mandare per la po-
ſta ordinaria habbia ſcielto vna ſtrada sì lunga, ſe
l´inuiarla non foſſe ſtata ſua mera benignità, e corte-
ſia.
Matt. Horsù già che finalmente è com parſa non
defraudiamo più la noſtra curioſità, ma procuriamo
di ſatollarla con la ſua conſideratione.
Cont. Anzi che biſogna defraudarla ſino che non
hà recuperata intieramente la ſalute primiera, acciò
non fomentiamo con l´applicatione l´ecceſſiuo ca-
lore, che tanto l´offende.
Matt. Realmente non poſſo che deplorar l´habi-
to infelice della mia teſta, il quale non mi permette
applicare alli ſtudij che non manifeſtiſſimo detri-
mento della mia ſalute.
Mà non credo che farò gran
fatica nell´intelligenza delli dubij del Signor Borel-
li, perche hauendo ſcorſa queſta lettera hò ſcoperto
in eſſa la ſolita chiarezza, e diſinuoltura dell´Autore.
Oltre che sò eſſer egli tanto benigno, e corteſe,

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