14DISCORSO
Sotto al fondo à ciaſcun poſto hauea d’orò
Cercbi, acciò cbe da ſenel ſacro agone
Se ne poteßer gir; quinci di nouo
Ritornar (marauiglia) anco à l’albergo.
Cercbi, acciò cbe da ſenel ſacro agone
Se ne poteßer gir; quinci di nouo
Ritornar (marauiglia) anco à l’albergo.
Coſi dice egli, moſtrando, che non d’altro egli parlaſſe
che di queſti artificij, facendo manifeſta mentione d’Auto
mati, e di ruote poſte ſotto il fondo. Vulcano, come dicĕ-
mo, nacque di Giunone, e Bacco di Gioue. Cacco fu Marì
to d’ Ariadna, e queſt a figliuola di Minoſſe R è di Creta,
per ordine del quale Dedalo fece il Laberinto, onde ſi cõ-
clude che da Vulcano à Dedalo non vi foſſe diſtanza di
tempo; e che perciò Dedalo poteſſe imparare da Vulcano
I’arte di quelte Machine Se mouenti; e che ciò ſia vero, ſi
caua da’ verſid Homero nel medeſimo luogo, doue egli
dice, che opere ſimili à quelle di Vulcano hauea fatto
Dedalo per Ariadna, nellequali opere v’erano giouanet-
ti, e fanciulle, che porgendoſi la mano, ſe ne andauano
ballando. Opera del medeſimo Vulcano era quel cane
d oro animato, (come ſcriue Dioniſio antichiſsimo inter-
pret d’Homero) che fu rubbato in Candia dal Tempio
di Gioue, da vn Dionimo, e dato in guardia à Tantalo;
onde ſucceſſe poi la ruina del detto Dionimo, e delle mo-
glie, e delle figliuoleſue. Di queſto medeſimo cane fa
mentione Giulio Polluce, eccetto, ch’egli dice, non eſſer
ſtato fatto d’oro, ma dimetallo moneſio. Da queſto ca-
ne (come egliſcriue) fauoleggiarono, che diſcendeſſero
i Moloſsi. Dell’opere di Dedalo, fece mentione Platone
nel ſuo Dialogo intitolato Mennone, le imagini del qua-
Ie dice ch’erano fatte con tal’artificio, che, ſe non erano
legate, ſe ne fuggiuano; & Ariſtotele nel primo de’Libri
Politici, doue egli ragiona de’ſerui, & gli diffiniſce inſtru
menti animati, da’ quali gliinanimatiſono moſsi,
che di queſti artificij, facendo manifeſta mentione d’Auto
mati, e di ruote poſte ſotto il fondo. Vulcano, come dicĕ-
mo, nacque di Giunone, e Bacco di Gioue. Cacco fu Marì
to d’ Ariadna, e queſt a figliuola di Minoſſe R è di Creta,
per ordine del quale Dedalo fece il Laberinto, onde ſi cõ-
clude che da Vulcano à Dedalo non vi foſſe diſtanza di
tempo; e che perciò Dedalo poteſſe imparare da Vulcano
I’arte di quelte Machine Se mouenti; e che ciò ſia vero, ſi
caua da’ verſid Homero nel medeſimo luogo, doue egli
dice, che opere ſimili à quelle di Vulcano hauea fatto
Dedalo per Ariadna, nellequali opere v’erano giouanet-
ti, e fanciulle, che porgendoſi la mano, ſe ne andauano
ballando. Opera del medeſimo Vulcano era quel cane
d oro animato, (come ſcriue Dioniſio antichiſsimo inter-
pret d’Homero) che fu rubbato in Candia dal Tempio
di Gioue, da vn Dionimo, e dato in guardia à Tantalo;
onde ſucceſſe poi la ruina del detto Dionimo, e delle mo-
glie, e delle figliuoleſue. Di queſto medeſimo cane fa
mentione Giulio Polluce, eccetto, ch’egli dice, non eſſer
ſtato fatto d’oro, ma dimetallo moneſio. Da queſto ca-
ne (come egliſcriue) fauoleggiarono, che diſcendeſſero
i Moloſsi. Dell’opere di Dedalo, fece mentione Platone
nel ſuo Dialogo intitolato Mennone, le imagini del qua-
Ie dice ch’erano fatte con tal’artificio, che, ſe non erano
legate, ſe ne fuggiuano; & Ariſtotele nel primo de’Libri
Politici, doue egli ragiona de’ſerui, & gli diffiniſce inſtru
menti animati, da’ quali gliinanimatiſono moſsi,