Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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140116DELLA FORZA DE’ CORPI trae dietro la velocità; come ſarà ella dunque l’
inerzia?
Diremo noi, che l’ inerzia, che è una
virtù indifferente a qualſivoglia modo di eſſere,
ſi tragga dietro la velocità?
e quando bene la ſi
traeſſe dietro, e la conſervaſſe, pur ſarebbe per
queſto ſteſſo proporzionale alla velocità.
Percioc-
chè che altro dovrebbe conſiderarſi in eſſa, ſe non
l’ atto del trarſi dietro la velocità, e del conſer-
varla?
il quale atto tanto è certamente maggio-
re, quanto maggiore è la velocità, che ſi con-
ſerva, e ſi trae.
Coteſta ragione, diſſe qui-
vi il Signor D.
Nicola, è un poco ſottile,
et a molti parrà oſcura.
E per queſto, riſpo-
ſi io, ſarà ella falſa?
Io non voglio, diſſe al-
lora il Signor D.
Niccola, diſputar di ciò; ma
tornando al propoſito del cangiamento, per veder
pure in che coſa egli conſiſta, io dico, che ſe la
potenza, ſecondo il P.
Riccati, produce nel cor-
po la forza viva, onde poi ſegue il movimento,
e la velocità;
potrebbe forſe il cangiamento con-
ſiſtere in quella forza viva, che il corpo acqui-
ſta;
potrebbe anche conſiſtere in quella velocità,
che ne ſegue;
e perchè non anche in quel ſempli-
ce paſſar, che fa il corpo, da un luogo ad un’ altro?
E ſe voi non ci dichiarate, in che veramente il
cangiamento debba conſiſtere, non ci avrete mai
dichiarata la forza viva del P.
Riccati, che è la
conſervatrice del cangiamento.
E quand’ egli foſ-
ſe oſcuro in queſta parte, non per ciò dovreſte
voi dire, che foſſe falſo.
Oſcuro, riſpoſi io

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