Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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Le diminutioni, che ſi fanno nella parte di ſopra delle colonne ſotto i collarini detti hy
potrachelij
, ſi deueno fare in queſto modo, che ſe la colonna ſarà di quindici piedi almeno,
ſia
diuiſa la groſſezza del fuſto da baſſo in ſei parti, & di cinque di quelle ſi faccia la groſ­
ſezza
di ſopra, & di quella colonna, che ſarà alta da quindici a uenti piedi, il fuſto da baſſo
ſia
diuiſo in ſei parti & meza, & di quelle ſiano date cinque & meza alla groſſezza di ſopra.
ſimilmente di quelle, che ſaranno da uenti fin'a trenta piedi, la pianta ſi partirà in ſette par
ti
, & in ſei di quelle ſi farà la diminutione di ſopra.
ma quella, che ſarà da trenta fin qua­
ranta
piedi, dal baſſo piede hauerà ſette & mezo, & dal di ſopra ſei, & mezo la ragione
del
ſuo raſtremamento: Et coſi quella, che ſarà alta da quaranta ſin cinquanta piedi, eſ­
ſendo
dal baſſo diuiſa in otto parti, ſarà ſette di ſopra nel Collarino: Et quelle, che ſaran­
no
piu alte, con la iſteſſa ragione per la rata parte ſi faranno piu ſottili.
Ma quelle per la
diſtanza
dell'altezza ingannano la uiſta, che aſcende: Et però ſi aggiugne il temperamen­
to
alle groſſezze, poi che la uiſta noſtra ſeguita mirabilmente la gratia, & la bellezza.
al
cui
piacere, ſe noi non conſentimo luſingando con la proportione, & con la aggiunta de
i
moduli, accioche quello, di che ella è ingannata, & defraudata, con bello temperamen­
to
ſi accreſca, dalle opere ſarà rimandato adietro l'aſpetto di quelle, ſenza gratia, & ſen­
za
proportione di bellezza.
Credo io, che queſto ſtia in diſcretione, & deſtrezza, piu preſto, che in arte o regola: ben­
che
il Serlio, & altri ne trouino alcuni modi, a i q uali mi riporto.
Diſidero bene, che ſi auuer
tiſca
, che l'huomo non prenda ammiratione, ſe miſurando le antichità di Roma, non ritroua ſpeſ
ſo
le miſure delle colonne a punto, perche ſe egli ſi poteſſe uedere tutto il corpo della fabrica, l'huo
mo
non ſi marauiglierebbe della grandezza, o picciolezza de i membri, ma ritrouando un piede,
ouero
un braccio ſeparato, non puo dire, queſto piede è grande, o picciolo; dico riſpetto del cor­
po
.
ſe adunque cio uale nel corpo humano, perche non deue ualere nel corpo d'una fabrica, o d'al
tra
coſa artificioſa?
perche uolemo far giudicio d'una colonna, non ſapendo come ella era poſta
in
opera, che ſpacio era tra una colonna, & l'altra, in che maniera era collocata, per quale acci
dente
era coſi compartita: che effetto, in che luogo faceua, & altri ſimili riſpetti?
che danno,
che
dire a queſti diſegnatori, che tutto di uanno miſurando le parti & le particelle, ſenza conſide
ratione
del tutto, & ſe ne fanno regole, & precetti inuiolabili: & dicono, che non ſi troua in Ro
ma
coſa fatta ſecondo le regole di Vitr. al quale doueriano credere, poi che egli ſteſſo, ci leua la
ſoperſtitione
, l'obligo, & la ſeruitù con le ragioni manifeſte: Sono bene i termini delle coſe, ſecon­
do
il piu, & il meno, ma tra que termini, oue ſia, chi uoglia procedere con ragione, non ha per
duto
il modo di fermarſi piu in uno, che in altro luogo, quando la occaſione gli di farlo.

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