Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567

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              l'oppoſito della concluſione, & una delle pre­
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              meſſe, & ſi conchiude l'oppoſito dell'altra pre
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              mcſſa, come uerbigratia nell'argumento gia
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              detto, la concluſione è tale. </s>
              <s>l'auaritia non è
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              uirtù, & la ſua contradittoria è che ogni
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              auaritia è uirtù, laquale ſi piglia, & appli­
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              ca alla maggiore del ſudetto argumento, che
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              è dal che ne ſegue poi l'oppoſito della minore,
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              che era l'auaritia non è laudabile, onde tale
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              ſarà l'argomento. </s>
              <s>Ogni uirtù è laudabile,
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              ogni auaritia e uirtù, adunque ogni auaritia
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              è laudabile, & ecco che la concluſione di que
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              sto argumento è contradittoria della minore
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              del primo che gia era stata ammeſſa per uera,
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              & però ſi chiama conuerſione per l'impoßibi­
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              le, perche è impoßibile che due contraditto­
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              rie ſieno inſieme uere. </s>
              <s>M
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              OR.
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              <s> Non acca­
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              derà che piu ui moleſti intorno alle conuerſio­
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              ni, paſſate dunque a uoſtro piacere alla terza
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              figura, laquale, è quando quello che è ſugetto
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              nella maggiore è anco ſugetto nella minore,
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              & ella ha (per quello che uoi hauete detto)
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              ſei modi, de' quali n'aſpetto la uoſtra dichia­
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              <s>T
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              OM.
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              <s> Il primo è quando la mag
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              giore eſtremità è in tutto'l mezo nel quale e
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              anco la minore, & percio ſi conclude che la
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              maggiore eſtremità è in qualche parte della mi
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              nore, & è retto dalla uoce Darapti. </s>
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              OR.
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