Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti
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14335DEGLI ARCHITETTI.
Anche queſta porta con ſopra la ringhiera tiene della ſomiglianza con quella del
Principe
Altieri poc’anzi oſſervata.
Sarà pertanto molto a propoſito il riflettere al
mal
uſo oſſervato nel cantonale d’eſſe porte, in cui vien poſta la colonnella in vece
del
pilaſtrino.
Le noſtre oſſervazioni pertanto in tal particolare comincino dalla fi-
gura
delle cartelle laterali alla porta, cioè, quella di maeſtà alta, l’altra di fianco
baſſa
, l’una non corriſpondente all’altra, ma diſgiunte.
Vero ſi è, che la princi-
pale
ſta bene nel ſuo luogo;
ma e come mai la ſeconda può accompagnare la pri-
ma
, quando queſta per la cornice della zanca, dove comincia, dove termi-
na
, ha la menoma correlazione colla principale, ein oſſervando la ſua figura fa ma-
ravigliarſi
della gran diſſonanza delle parti?
Venghiamo ora alla ringhiera. Se nell’
altra
abbiamo deteſtato il modo così ſconcio di porre la colonnella nel cantonale,
in
queſta dobbiamo confermarci vie maggiormente nella noſtra cenſura;
poichè vie-
ne
anche raddoppiata dalla mezza colonnella, per accompagnar le altre porte fra i
pilaſtrini
, le quali in vece di nobilitare, diſdicono per la meſchinità della loro com-
parſa
non meno, che pel diſordinato proſilo, che preſenta la ſcompoſta figura-
Dove
mai cotali Artefici hanno appreſo ſtorto penſare?
Certamente non mai da-
gli
Antichi, che ſono ſtati maiſempre correttiſſimi nel loro operare;
ma bensì da
moderni
Artefici d’umore ſtravolto, che col diſtinguerſi allo ſpropoſito e capriccio-
ſamente
, hanno creduto di ſegnalarſi;
ma ſi ſono renduti oggetto di biaſimo a chi-
unque
guſta la buona Architettura.
Dopo d’ aver biaſimato le due antecedenti ringhiere, ſi deve far parola anche di
queſta
, come per ſigillo, e conferma di quanto ſi è detto per rapporto al reo uſo
tenuto
nel cantonale delle medeſime.
Anche il preſente eſempio ſervirà per fare in-
tieramente
conoſcere, quanto diſdica l’uſo ſcorretto e fuori di ragione, praticato
ſoltanto
da quegli Architetti, che non intendono il modo, che dee praticarſi nel
giuſto
maneggio della nobile Architettura, la quale altro non vuole, intende di
volere
, ſe non ſe ciò, che ſia ragionevole, e perfetto.
Adulterare il buon uſo, e
corromperlo
non è ſofferibile.
Delle altre ſi è detto ciò che occorreva; ora deeſi ag-
giungere
alcuna coſa particolare della preſente.
L’Architettura di queſta, per la
ringhiera
, come pel fronteſpizio, e per le menſole, che adornano la fineſtra, merita
alcuna
rifleſſione, per rilevare tutti i difetti, che l’accompagnano.
In primo luogo,
e
che ſono mai, od a che mai ſervono quelle due orecchie, o cartelle poſte ai fian-
chi
della porta in così meſchina forma?
Forſe per tenere, o ſerrare il modiglione
della
ringhiera, che eſce della cornice di detta porta?
certamente, poichè non
ſe
gli addice coſa così ſcarſa, e dappoco, ma bensì qualunque altro accompagna-
mento
più conſacente, e regolato in retta Architettura.
Si oſſervi poi la ſtravagan-
te
ringhiera, e foggia diſdicevole al vero ſuo eſſere naturale, mentre anche que-
ſta
termina colla colonnella in vece di pilaſtrino, ed è anche poſta fuori del vivo
quaſi
abbandonata.
Queſto pure è operare fuori di ragione: e per meglio rilevare
quanto
dico, diaſi un’occhiata al profilo d’eſſa ringhiera, e ſi ſcuoprirà, che tutte
le
colonnelle reſtano abbandonate, e prive dei loro pilaſtrini, che uniſcono inſieme,
e
adornano;
ma quì nel modo, che ſono eſeguite, non hanno alcuna naturalezza,
grazia.
Similmente quanto alla fineſtra io domando, ſe quei due pendenti, o
menſole
, che ſoſtengono il fronteſpizio, poſſano commendarſi?
Quanto a me tengo
per
falſo tal penſamento, e non mai naturale, poichè ſono roverſciate, e peſanti
al
di ſotto, che niente più.
Le due zanche poi in giro, che rieſcono ſotto il goc-
ciolatojo
del fronteſpizio, non ſervono, che ad immeſchinire l’Architettura, non mai
ad
ingrandirla.
In ſomma ſe vi è nulla di buono, ſono i ſoli quattro modiglioni,
che
ſoſtiene queſto pergolato, Tutto il rimanente è deteſtabile, e cattivo.

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