Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567
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1mezo, nel quale però è in particolare la mi­
nore, per ilche ſegue che la maggiore eſtre­
mità ſi rimuoua in parte dalla minore, & la
ſua uoce che lo regge è Feriſon, il cui eſſempio
è tale.
Niſſun uitio è uirtù, alcun uitio è ma­
le, adunque qualche male non è uirtù.
MOR. et eſſo ſi riduce à Ferio, conuertendo
ſi la minore ſemplicemente.
TOM. Eim que
ste ſono breuemente le regole, delle conuerſio
ni, con gli eſſempi de i ſillogiſmi, che conclu­
dono dirittamente; hora ne reſtano cinque,
che indirettamente concludono, de' quali par
te ne fu inuentore Ariſtotele, come di Fapeſ­

mon, & Friſemorum, come ſi puo uedere
nella Priora, & gli altri tre furono ritrouati
da Theofraſto, & Eudemo, che ſono Bara­
lipton, Celantes, Dabitis, ne mi pare che di
queſti piu ne parliamo, ma baſta che ſi ſap­
pia che ſeruano le regole della prima figura,
& ſi conuertono per le medeſime regole che
ſi conuertono anche gli altri predetti.
MOR.
Poi che ſono inutili, laſciamogli adunque in­
ſieme con tutte le altre congiuntioni, ò com­
binationi che ne uogliam dire, che non ne ſer
uano piu che tanto, di che pure ne fa mentio
ne Ariſtotele, ne mi pare che dobbiamo en­
trare à dire delle miſtioni delle prepoſitioni,
eſſendo che la materia è lunga, & noi hab-

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