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mo di S. Bernardo, di Giuſeppe Piamontini.
Nel Convento di queſti Padri abitavano già
le Monache degli Angioli, che in oggi ſono
nel Convento di Ceſtello in Pinti, ed in que-
ſto preſe l'Abito, viſſe, e morì S. Maria Mad-
dalena de' Pazzi, la cui Cella tuttavia conſer-
vata, ſi tiene in ſomma venerazione. Su la
Piazza di queſta Chieſa è ſtato dal Grandu-
ca Coſimo Terzo Regnante, fatto fabbricare
modernamente col diſegno di Gio: Batiſta.
Foggini un
Nel Convento di queſti Padri abitavano già
le Monache degli Angioli, che in oggi ſono
nel Convento di Ceſtello in Pinti, ed in que-
ſto preſe l'Abito, viſſe, e morì S. Maria Mad-
dalena de' Pazzi, la cui Cella tuttavia conſer-
vata, ſi tiene in ſomma venerazione. Su la
Piazza di queſta Chieſa è ſtato dal Grandu-
ca Coſimo Terzo Regnante, fatto fabbricare
modernamente col diſegno di Gio: Batiſta.
Foggini un
mo
TERZA
GRANAIO pubblico, edifizio in vero ma-
gniſico, e comodo per un tal uſo. Da que-
ſto luogo ſaremo paſſaggio al
gniſico, e comodo per un tal uſo. Da que-
ſto luogo ſaremo paſſaggio al
PONTE ALLA CARRAIA, e cammi-
nando lung'Arno, la cui viſta è belliſsima
per molti Palazzi, che vi ſi trovano, arri-
veremo al
nando lung'Arno, la cui viſta è belliſsima
per molti Palazzi, che vi ſi trovano, arri-
veremo al
PONTE DI S. TRINITA, fatto di nuo-
vo fabbricare dal Granduca Coſimo Primo
col diſegno di Bartolomeo Ammannati, Scul-
tore, ed Architetto Fiorentino, dopo l'inon-
dazione precipitoſa, che ſeguì l'anno 1557.
con danno univerſale della Città, e con ro-
vina totale di queſto Ponte. Or tale indu-
ſtria adoprò l'ingegnoſo Architetto in que-
ſta gran fabbrica, che al parere degl'inten-
denti, è riuſcito il più bello, e più leggia-
dro Ponte, non ſolo di Firenze, ma ezian-
dio di quanti ſi vedano nella Toſcana. Gli
fece gli Archi di figura ovata acciò ne' ſian-
chi del Ponte riuſciſſe l'apertura più capa-
ce, e più vota, ed armò le pile di ſaldiſsi-
vo fabbricare dal Granduca Coſimo Primo
col diſegno di Bartolomeo Ammannati, Scul-
tore, ed Architetto Fiorentino, dopo l'inon-
dazione precipitoſa, che ſeguì l'anno 1557.
con danno univerſale della Città, e con ro-
vina totale di queſto Ponte. Or tale indu-
ſtria adoprò l'ingegnoſo Architetto in que-
ſta gran fabbrica, che al parere degl'inten-
denti, è riuſcito il più bello, e più leggia-
dro Ponte, non ſolo di Firenze, ma ezian-
dio di quanti ſi vedano nella Toſcana. Gli
fece gli Archi di figura ovata acciò ne' ſian-
chi del Ponte riuſciſſe l'apertura più capa-
ce, e più vota, ed armò le pile di ſaldiſsi-