Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567

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1biamo l'occhio alla demoſtratione. TOM.
Sono per fare quello che uoi uolete.
MOR.
Ditemi dunque, per quale ragione non ſi po­
trebbe aggiugnere alle tre predette figure la
quarta, come bene aggiunſe Galeno?
TOM.
Si potrebbe pur troppo aggiugnere, che Ari­
stotele non lo uietarebbe, ſe però l'arte lo com
portaſſe.
MOR. Et perche non lo compor
tarebbe l'arte?
TOM. Perche ella non può
ſoffrire parte che in lei ſia diſutile.
MOR.

La quarta figura ſarebbe dunque inutile.
TOM. Al tutto inutile, & che ſia il uero,
ecco.
uoleua Galeno che ſi poteſſe fare la quar
ta implicatione de i termini, cioè che il mezo
foſſe predicato nella maggiore, & ſuggetto nel
la minore, come a dire ogni huomo è anima­
le, ogni animale è ſuſtanza, adunque ogni huo
mo è ſuſtanza; ma queſta implicatione è di­
ſutile, come ſi può uedere, perche ella proua
una coſa, & che ſi sà natur almente, che an
co Ariſtotele ne i predicamenti ha per regola
inſegnato, quando egli dice, che ogni coſa che ſi
predica del predicato, predicaſi parimente

del ſugetto.
Onde eſſendo coſa chiarißima che
la ſuſtanza ſi predica dell' animale, & che l'a­
nimale ſi predica dall'huomo, non occorre che
ſi uoglia prouare ſe la ſuſtanza ſi predichi del
l'huomo, & per la regola datane da Ariſto-

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