Angeli, Stefano degli, Della gravita' dell' aria e fluidi : esercitata principalmente nelli loro homogenei

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14854_DIALOGO_
_Cont._ Io tengo di certo che queſte cauſe habbino luogo in ſi-
mil caſi.
Et hora meglio intendo, e penetro la cauſa di cer-
to Fenomeno, che rammemora il Berigardo _nel predetto_
_luogo alla pag_.
304. con queſte parole _Vas vitreum aquæ plenum_
_deprehenderam in aqua ponderatum plus ponderare, quam omniz,_
_eius fragmenta, rem accuratè ſæpius ex aminando_.
E dice che
credeua che il medemo doueſſe ſuccedere peſandolo in
aria, ma che conobbe che non era vero;
e che tanto in ac-
qua, quanto in aria peſaua vgualmente;
ma che la cauſa per
la quale in acqua pareua che peſaſse inegualmẽte era.
_Quod_
_intra aquã illa minuta fragmenta coniunctas habẽt multas aeris ve_
_ſciculas, quæ aliquo modo ſubleuantlancẽ vbi ſunt fragmenta, quaſu_
_inflatio bullentis aquæ, ijs vero amotis eſt idem pondus_.
Io in virtù
delle ſopradette dottrine dico, che ſe bene in queſto Feno
meno può in qualche modo interuenire anco l’aria, non
però nel modo che dice il Signor Berigardo;
cioè che ſol-
leui la lance come fa l’acqua, che bolle;
poiche l’aria non
cagiona queſta maggior leggierezza, ma perche il vaſo
ſpezzato ſi paragona con maggior mole d’acqua, che in
tiero.
_Ofr_. Ciò parmi molto difficile da capire.
_Cont_. Procurerò dichiararlo in modo che V. S. l’intenda. Spez
zato il vaſo, le ſue particelle, &
anco le più grandinell
ſuperficie con le quali erano vnite, hanno infinite cauità
e montuoſità.
Queſte ſono cagione del Fenomeno. Pe
intender il che, ſupponga V.
S.
32[Figure 32] che A B C D, rapreſenti vn graue
più dell’acqua intiero.
Queſto
poſto nell’acqua peſerà tanto
meno, quanto peſa vna mole d’
acqua ad eſso vguale _per la tanto_
_decantata prop.
7. del I. d’Archim de_
_inſid.
humid_. Lo ſupponghi ſpez
zato in due parti, di modo che
BEFGC, contenghi la cauità
EFG, e AEFGD, la montuoſità
EFG.
Se nella cauità EFG, può
entrare l’acqua a riẽpirla, allora
tanto peſerà B D, ſpezzato

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