Alberti, Leon Battista, L' architettura

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1511LIBRO PRIMO. dibiſogho a chi vi ha da ſtare dentro. Di queſti adunque parleremo, & delle
parti di ciaſcheduno, ſe prima noi racconteremo alcune coſe, lequali, o ſiano
pur principij, ò veramente anneſtate, et nate con i principij di queſta noſtra in-
cominciata opera, ſono certamente molto a propoſito.
Imperoche hauendo
conſiderato ſe ſi truoui alcuna coſa, che gioui a qual ſi voglia di queſte parti,
115 che dette habbiamo.
Tre coſe trouiamo da non le laſciare certo in dietro; le
quali inuero, &
alle coperture, & alle mura, & alle altre coſe ſimili molto ſi con
uengono.
Et ſono queſte. Che ciaſcuna di loro ſia commoda, & ſopra tutto
ſana, quanto al ſuo determinato, &
deſtinato vſo. Sia intera, ſalda, & perpetua,
&
quaſi che eterna: quanto alla ſtabilità, ſia ornata, & compoſta, & per dir così
2210 in ogni ſua parte, quanto alla gratia, &
alla piaceuolezza bella, & vezzoſa. Git-
tati queſti quaſi come principij, &
fondamenti delle coſe, che dire ſi debbono,
tiriamo dietro alla impreſa.
Della Regione del cielo, ouero Aria, del Sole, & de Venti, che uariano l' Aria. Cap. III.
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GLi Antichi vſauano diligentia, quãto piu poteuano grandiſsima, di haue
re vna Regione nella quale nõ fuſſe coſa alcuna nociua, e fuſſe ripiena di
tutte le cõmodità;
e ſopra tutto guardauano cõ ogni diligẽza di nõ haue
re l' Aria graue, ò moleſta, con ſauio inuero, &
maturo conſiglio. Acconſentiua
4420 no certo che ſe la terra, &
l'acqua haueſſero in loro alcuno difetto, ſi poteuano
con l'arte, &
con l'ingegno correggere. Ma affermauano, che l' Aria non ſi po-
teua mai nè con aiuto alcuno d'ingegno, nè con moltitudine alcuna di huomi-
ni correggere, &
riſanare, tãto che baſtaſſe. Et certamẽte il fiato dello alito col
quale ſolo noi veramente conoſciamo mantenerſi, &
nutrirſi la Vita. Sarà
5525 molto ottimo alla ſalute, ſe egli ſarà ſommamente puro.
Oltra di queſto quan-
ta forza habbia l'Aria nel generare, producere, nutrire, &
mantenere le coſe,
non è neſſuno, che non lo ſappia?
Concioſia che e' ſi conoſce, che ſono di mag
giore ingegno coloro, che ſi nutriſcono di piu pura aria, che quelli, che ſi nutri-
ſcono di piu groſſa, &
humida. La qual coſa ſi penſa, che fuſſe la cagione, che
6630 gli Athenieſi fuſsino di molto piu acuto ingegno, che i Tebani.
Noi conoſcia-
mo, che l'Aria ſecondo il ſito, &
poſitura de' luoghi, cipare hora d'una manie-
ra, &
hora d'un'altra. Le cagioni delle quali varietà, parte ci pare di conoſcere,
parte ci ſono del tutto, aſcoſe, &
incognite per la ſcura natura loro. Ma dire-
mo prima delle cagioni manifeſte, di poi diſputeremo delle piu occulte, accio-
7735 che noi poſsiamo eleggere Regioni cõmodiſsime, &
in quelle viuere ſaniſsima
mente.
Gli antichi Teologi, chiamarono l'Aria Pallade. Queſta diſſe Homero,
che era Dea, &
ſi chiamaua Glaucope, che ſignifica Aria pura, che di ſua natura
ſtia lucidiſſima.
Et certo ſi vede chiaro quella aria eſſer ſaniſsima, laquale è pur
gatiſsima, &
puriſsima; & che con la viſta ſi può facilmente penetrare, lucidiſ-
8840 ſima, &
leggieriſsima, & tutta ſempre à vn modo, & non varia. Et per il contra-
rio affermeremo in quel luogo eſſere Aria peſtifera, doue ſtiano ragunate con-
tinouamente groſſezze di nebbie, &
di puzzolẽti vapori, & che quaſi ti ſtia ſem
pre come vn certo peſo ſu gli occhi.
Et che ti impediſca la viſta. Che

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