Heron Alexandrinus, Di Herone Alessandrino De gli automati : ouero machine semoventi, libri due, 1589

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156DI CHI TRADVCE che non occorrerebbono altrimenti ſerui, ſe i telai, leſe-
ghe, e gli altri inſtrumenti vbidiſſero per ſe ſteſsi a’ cenni
de’ Patroni, come faceuano gli ordigni di Dedalo.
Da
queſti primi inuentori è da oredere, che à poco à poco,
prendendo augumento, ſiano peruenute a’ poſteri.
Non-
dimeno, perche queſte arti ſono fondate ſu le ragioni
Mathematiche, e da credere, che tanto andaſſero cre-
ſcendo, quanto quelle di giorno in giorno s’andauano
affinando.
La onde, hauendo ne´ tempi di Platone,
quando l’ Oracolo di Delo eccitò tutta la Grecia à queſti
ſtudij, con la propoſta della duplicatione del cubo, preſo
queſte ſcienze notabiliſsimo augumento;
crebbe anco à
marauiglia l’eccellenza di queſt’ arte;
e di qui è, che Ar-
chita Filoſofo Pitagorico, anch’eglivno da gli adoppiato
ri del cubo, e frà Mathematici famoſiſsimo, fabricò, ſi co-
me ſcriue Gellio, vna Colomba di legno, che volaua con-
citata, come egli dice, dall’aura dello ſpirito ch’egli v’ha-
uearinchiuſo.
Eudoſſo parimente ſuo contemporaneo,
ſi dilettò grandemente dellle marauiglie di queſte arti, di-
cendo Plutarco nella Vita di Marcello, che Archita, &

Eudoſſo dalle coſe che ſoggiaceuano ſolamente all’intel-
letto trasferìle contemplationi Mathematiche à gli eſſem
pij delle coſe corporee, e ſuggette al ſenſo;
adornando
quaſi (come egli dice) la Geometria di varie Sculture.
Sdegnoſsi nõdimeno Platone, ſe crediamo al med ſimo,
che vna ſciĕza nobiliſsima, nè conoſciuta da altri che da’
Filoſofi, foſſe communicata alle perſone vulgari, e foſſe-
ro in vn certo modo riuelati i piu ſecreti, &
occulti mi-
ſterij della Filoſofia.
Onde eglineripreſe quei due, e gli
rimoſſe dal penſiero dell’operar coſe marauiglioſe;
ilche,
ſe foſſe bene, cioè ſe il zelo di Platone foſſe buono, ò no,
hora non è tempo, nè luogo da determinare.
Baſta, che

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