Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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151127LIBRO II. liberali; e ſe alcuni l’ hanno ſeguita eziandio nel-
le più vili e plebee, eſſendo ſtato un Franceſe,
che ha deſcritto con ſomma accuratezza la forma
del perfettiſſimo cuoco;
parea ben ragionevole,
che alcuno prendeſſe a deſcrivere, e formar l’ im-
magine di un ſapientiſſimo ſiloſofo, a cui nulla
mancaſſe, e in cui nulla deſiderar ſi poteſſe.
Ma
io credo, due ragioni principalmente aver diſtol-
to gli uomini da ciò fare;
delle quali la prima
penſo, che ſia la grandiſſima, e ſomma difficoltà
di inſtituire queſto filoſofo così perfetto.
Percioc-
chè ſe nelle altre diſcipline, che ſon più anguſte
e riſtrette, pur è difficile ſcorger quell’ ultimo
grado di perfezione, a cui poſſon giungere;
quan-
to più lo ſarà nella filoſofia.
, la qual vagando
per tutte le coſe, che in mente umana cader poſ-
ſono, non ha confine ne limite alcuno?
Che ſe
ognuna di quelle, per eſſer perfetta, ha biſogno
delle altre diſcipline a lei propinque, da cui pe-
rò ſol tanto prende, quanto le baſta per eſſer più
bella, et ornarſene;
che diremo della filoſoſia, che
vuol profeſſarle, et eſſer maeſtra, e direttrice di
tutte?
onde ſi vede a lei richiederſi molto mag-
gior dovizia di cognizioni, e di lumi, che a qual-
ſivoglia altra.
E certo non potrà alcuno, non che
filoſofo perfettiſſimo, ma, a mio giudicio, ne
pur filoſofo chiamarſi, ſe egli non avrà una mol-
to acuta, e profonda dialettica, per cui poſſa, e
definir le coſe preſtamente, e diſtinguerle, e di-
ſtribuirle, e trovar gli argomenti,

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