Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567
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1mezo di alcune fallacie, che egli ha, come
con la fallacia della equiuocatione, con quel­
la dell'amſibologia, & altre ſimili, lequali
non uoglio narrare, per non eſſere poſcia ca­
gione di darui animo, a farui, douentare ſofi­
sta.
MOR. Dirò quello, che Socrate diſſe
a uno che lo haueua ueduto paſſeggiare per il
luogo delle meretrici, di che ſe ne era mara­
uigliato, che un Filoſofo di quella ſorte ſi la­
ſciaſſe uedere in luoghi coſi dishoneſti.
Il So
le, diſſe il dotto uecchio, non ſottintra egli

con li ſuoi raggi le immondezze, & le latri­
ne, tuttauia egli non riceue macchia di ſorte
ueruna; si riſpoſe quello che ſi era maraui­
gliato; coſi parimente fa il ſapiente replicò
Socrate, puo andare douunque gli piace, che
non riceue macchia nell'animo ſuo.
TOM.
Volete dire in uoſtro linguaggio che benche
ſappiate le fallacie, che non le uſate però,
queſto ui concedcrei quando uoi foſte Socrate.
MOR. Non ſono Socrate, ma ſon bene il
uoſtro Morello.
TOM. Con tutto queſto
non mi farete entrare à dire delle fallacie,
perche ſarebbe molto lunga materia.
MOR.
Dite coſi; & aggiugnete ancor queſto che ne
hauete gia detto tanto, che a queſta materia
non ſi può piu deſiderarui coſa ueruna, &
però ſe io deſidero pure di ſapere ogni coſa

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