Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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160136DELLA FORZA DE’ CORPI ſcritta mai da alcun di loro e formata quella bel-
la immagine del filoſofo perfettiſſimo, che io tan-
to deſidero.
La quale chi pur voleſse oggi vede-
re in qualche modo adombrata, non veggo qual
altra via tener poteſse, ſe non farlaſi egli da ſe
nell’ animo, riguardando molti e varj eccellenti
filoſofi, e raccogliendo in uno le qualità e co-
gnizioni di tutti, con che verrebbe in qualche
modo formando quel perfettiſſimo che deſideria-
mo:
come ſi legge di Zeuſi, che raccogliendo in-
ſieme tutte le grazie di molte fanciulle Calabreſi,
formò quella rara, e ſingolar bellezza, che ſtimò
poi eſser degna di Elena.
E certo chi metteſse inſie-
me tutte le eccellenze e tutte le perfezioni di Car te-
ſio e di Leibnizio, aggiungendo loro le rare,
e maraviglioſe cognizioni di Neuton, dopo cui
pare, che il mondo non aſpetti più altro;
con que-
ſti tre ſoli uomini formar ſi potrebbe un filo-
ſofo, a cui non molto mancaſse.
E per laſciare i
trapaſsati, quando io penſo a quella oneſta
e nobile compagnia, nella quale io fui accolto
in Napoli, ſiccome parmi, che quella ſorpaſsaſse
tutte le altre compagnie del mondo in giocon-
dità, in corteſia, in valore, così tengo per fer-
miſſimo, che, ſe i pregi e le perfezioni di tutti
quelli, che la componeano, ſi foſsero raccolti in
uno, ſi ſarebbe fatto un filoſofo da potere para-
gonarſi al perfettiſſimo.
Perciocchè ne al Signor
D.
Serao mancava una ſomma perizia di medici-
na, ne di anatomìa, ne d’ iſtoria naturale, ne

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