Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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161137LIBRO II. qualſiſia altra parte della fifica, a cui aggiungeva
la geometria e la meccanica, et una incredibile
eloquenza.
Il Signor D. Niccola di Martino non
laſciava deſiderar nulla di tutto ciò, che alle ma-
tematiche ſcienze appartiene;
nelle quali eſſendo
così eccellente, non è da domandare, ſe egli ſoſ-
ſe maeſtro grandiſſimo in ſiſica;
era anche puro, e
ſemplice, e chiaro nel dire, e tanto egli, quanto
il Signor D.
Serao erano nella metaſiſica e nella
dialettica non mediocremente verſati.
La Signora
Principeſſa condiva tutte queſte ſcienze, che ot-
timamente intendeva, di tanta ſoavità e grazia, e
così fattamente le abbelliva, che non parean quaſi
belle ſe non per lei ſola.
Il Signor Marcheſe di
Campo Hermoſo, ſuperando già l’ età ſua, fa-
cea ſperar di ſe ſteſſo ogni coſa.
Et io vi direi an-
che più, e maggiori lodi di quella onoratiſſima,
e nobiliſſima compagnia, ſe voi, Signor Giambati-
ſta cariſſimo, vi foſte ſtato preſente, e l’ aveſte
veduta con gli occhi voſtri;
che così non temerei,
che vi poteſſer parere più grandi del vero ne ſo-
verchiamente eſagerate.
Sebbene, eſſendovi voi
ſtato preſente, troppo più avrei da dirne, doven-
do dire anche di voi.
Ma vegniamo oramai al pro-
poſito noſtro, dal quale io temo di eſſermi per
troppo lungo ſpazio allontanato.
Venuta l’ ora
del veſpro, et avendo la Signora Principeſſa fatto
ſignificare, che ella era diſpoſta di uſcire, io e il
Signor D.
Franceſco Serao fummo toſto alle ſue
ſtanze, dove poco appreſſo vennero anche il

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