Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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164140DELLA FORZA DE’ CORPI altro; e, non ſo come, parmi, che le iſteſſe Nereidi
ſe ne offenderebbono.
Credetemi però, diſſe allo-
ra la Signora Principeſſa, che non ſi avranno a
male, ſe noi ritorneremo col penſiero agli elaſtri;
de’ quali, come avrete ſaziato la viſta di queſti al-
tri oggetti, diſponetevi pure di ragionare:
io mi
vi fo mallevadrice per le Nereidi.
Signora, riſpo-
fi, io ve ne ho detto queſta mattina tutto quello,
che io ne ſo.
Si, diſſe la Signora Principeſſa; ma
egli vi reſta ancora di ſciogliere tutte le diſſicoltà,
che queſti Signori vi hanno propoſte.
Ma eſſi, ri-
ſpoſi io allora, non hanno fatto altro, che propor-
le;
niente hanno provato; di che io poſſo ſpedir-
mi da tutte breviſſimamente ſol col negarle;
e co-
sì riſpondendo, me ne viene anche un altro como-
do, ed’ è, che non accade, ch’ io faccia la fatica di
ricordarmele.
Oh queſta fatica la faremo ben noi,
diſse allora la Signora Principeſsa;
e ſe queſti Si-
gnori vorranno, come debbono, ſoſtenere le pro-
poſizioni loro, e provarle;
non ſo poi, ſe vi ſpe-
direte con tanta brevità.
E qui tratto fuori il fo-
glio, in cui erano le figure, che avevamo la mat-
tina deſcritte (il che ſimilmente fecero tutti gli al-
tri) parmi, diſse, guardando alla figura ſeconda,
che il Signor D.
Nicola abbia in primo luogo op-
poſto, che le due ſerie EN, AC nel loro primo
aprirſi dieno ai due globi N, e C lo ſteſso impul-
ſo, e la ſteſsa velocità.
Non è egli così? Così è ve-
ramente, diſse allora il Signor D.
Niccola; la do-
ve egli voleva, che l’ uno impulſo foſse

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