Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567

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1to ſono predicati di tal ſugetto, ò nò, al che
fare, biſogna hauere molti mezi termini.
TOM. Però ſenza indugio ueniamo a i dop­
pi.
per prima conuiene che i luoghi ſieno piu,
perche anco i mezi termini ſono piu, quantun
que non ſieno infiniti ſe bene le coſe uanno in
infinito, perche, come ho gia detto, da gli
huomim prudenti è stato fatto, che tutte quel
le coſe che conuengono in una medeſima eſſen­
za, ò proprietà, ò accidente, ſieno chiama­
te dal nome di quella communità, & conoſciu
te anco per mezo di quella, & perciò i luo­
ghi, che ſono luoghi non de i particolari, ma
delle communità ſottratte da i particolari ſo­
no finite.
MOR. Et quanti ſono queſti
luoghi?
TOM. Io ui ho gia detto che ſono

uentiquattro, & la loro diuiſione ſi fa in que
sto modo, cioè, ò ſono luoghi delle coſe in­
trinſeche, ouero delle eſtrinſeche.
Ma ac­
cioche uoi habbiate un modello di tutta la di­
uiſione de i luoghi pigliate queſta tauoletta.

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