Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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Astronomo è Galileo quando, posato lo strumento e chiusi gli
occhi della vista materiale, apre quelli dell'intelletto a specular sui
fenomeni osservati intorno a Giove, o nella faccia della Luna e del
Sole.
Astronomo è quando inventa nuovi strumenti e divisa nuovi
metodi a prefinir, nei moti planetarii, gli spazii giustissimi e i tempi.

S'ammira e s'esalta, per avere egli il primo scoperto il mondo
gioviale, e se alcuno mai muove voce d'averlo preceduto nella sco­
perta, è afferrato dal furore degli zelanti, che gli soffocano le parole
nella strozza.
Ma quando pur fosse che o Simon Mario o altri aves­
sero veduto le quattro lune intorno a Giove prima di Galileo, che
vorrebb'egli dir ciò, se non che que'tali avevano strumenti più
squisiti, e occhi più acuti di lui?
Or chi oserebbe dire che ciò non
fosse possibile?
Il merito dunque non consiste qui, e chi ce lo fa consistere
mal provvede alla gloria di Galileo.
Il merito vero, e per cui ver­
rebbe giustamente esaltato quell'uomo, consiste nell'aver dimostrato
esser le stelle circungioviali veramente lune, e nell'averne esatta­
mente misurati i tempi periodici e le medie distanze dal centro di
Giove.
Ma chi è, tra i fanatici ammiratori, che si sia curato d'in­
vestigare per quali ingegnosissimi metodi e strumenti riuscisse con
tanta felicità Galileo, in quest'operazione affatto nuova nell'Astro­
nomia?
Parve aver fatto una grande scoperta a colui che trovò e
dette alla luce l'Effemeridi de'Satelliti di Giove, ma codeste son le
scompaginate e rimescolate ossa di un cadavere; per cui vera sco­
perta sarebbe stata piuttosto l'infondere in quelle membra il primo
loro, e antico spirito della vita.
In ogni modo, tanta varia novità di scoperte e di dottrine,
uscite fuori con quella splendida veste che ritraeva così bene in sè
la magnificenza del pallio filosofico di Platone, conferiva, per una­
nime consenso a Galileo l'autorevole dignità del Principato.
Ecco
felicemente conseguito il fine della nobile e altissima impresa.
Tutti
i dotti di que'tempi, non eccettuato il Keplero che primeggia fra
tutti, s'inchinano a quella Autorità o con le voci congratulanti o
col silenzio.
Quei che possono ascoltar la viva voce del Maestro di
tante verità o aver con lui familiari colloqui, e corrispondenza epi­
stolare, se ne tengon beati.
Son de'principali fra costoro Daniele Antonini, che il vuoto
lasciatogli dentro dalla vita diplomatica riempiva di speculazioni e
di fisici sperimenti, Cesare Marsili, studioso di Astronomia e delle
proprietà del magnete, Paolo Aproino inventore del corno acustico,

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