Alberti, Leon Battista, L' architettura

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165161LIBR O SESTO. to degne, tanto utile, & tanto neceſſarie a la uita de gli huomini, non giudicauo
che e' fuſſe da farſi beſſe de le coſe, che a me, che uoleuo ſcriuere mi ſi faceſsino
ſpontanamente incontro.
Et penſauo che fuſsi officio d'huomo da bene, &
ſtudioſo, lo sforzarſi di liberare queſta ſcientia, la quale ſempre i piu ſaui antichi
ſtimarono aſſai, da la ſua annichilatione, &
rouina. Et coſi ſtauo in dubio, &
115 mi ſapeuo riſoluere, ſe ío tiraſſe dietro a la Impreſa, o pur me ne toglieſſe giuſo.
Vinceuami molto al fine l'Amore di tale opera, & la carità di tali ſtudij, et a quel
che non fuſsi ſtato a baſtanza lo Ingegno mio, ſopperiua uno ardente ſtudio, &

una incredibile diligentia.
Non era coſa alcuna in alcun luogo de le opere àn-
tiche che ui riſplẽdeſſe alcuna lode, che io ſubito non andaſsi inueſtigando ſe io
2210 da eſſa poteſsi imparare coſa alcuna.
Andaua adunque inueſtigando, conſide-
rando, miſurando, &
diſegnando con pittura ogni coſa, non ne laſciando alcuna
indietro in alcun luogo, fino a tanto che io haueſsi conoſciuto interamente, &

poſſeduto tutto quello che da qualunche ingegno o arte in sì fatti edificij fuſſe
ſtato meſſo in opera, Etín quel modo alleggeriuo la fatica de lo ſcriuere con il
3315 deſiderio, &
con il piacere de lo imparare. Et ueramente che il raccorre inſieme,
&
raccontare con dignità, & collocare con ordini ragioneuoli, & ſcriuere con ac
curato ſtile, &
moſtrare con uere ragioni tante uarie coſe, tanto diſuguali, tanto
diſperſe, &
tanto aliene da l'uſo, & cognitione de gli huomini, era al tutto offitio
di huomo di piu qualità, &
di maggior dottrina, che io in me non conoſceuo.
4420 Non mi pento, & non mi dolgo punto di meſteſſo ſe io ho pur conſeguito quel
che io haueua ordinato che coloro, cioè, che leggieranno habbino piu caro, che
nel mio dire io rieſca loro piu toſto facile che troppo eloquente.
Laqual coſa
quanto ſia diſſicile nel trattare ſimili coſe lo conoſcono piu facilmente colo-
ro, che ne hanno fatta eſperienza, che non lo credono coloro che non hanno
5525 eſperienza alcuna.
Etſe io non mi inganno, le coſe che noi habbiamo ſcrit-
te, le habbiamo ſcritte di maniera, che non ſi negherà che le non ſieno ſcritte
ſecondo le regole di queſta lingua, &
intenderannoſi ancora aſſai bene. Que-
ſto medeſimo in quelle coſe, che ſeguitano ci ingegneremo di fare per quanto
potranno le forze noſtre.
De le tre parti, che ſi aſpettauano a tutte le ſor-
6630 ti de gli edíſicij, accioche quelle coſe, che noi muraſsimo fuſsino accommodate
ſecondo i biſogni, ſal diſsime per durar gran tempo, &
gratioſiſsime, & piaceuoliſ
ſime, eſpedite le prime due, ci reſta a eſpedir la terza digniſsima piu che tutte l'al
tre, &
molto neceſſaria.
7735
Della Bellezza, & dello ornamento, & delle coſe, che da eſſe procedono, & delle loro dif-
ferentie, & che egli ſi debbe edificare con ragioni uere, & chi ſia il padre & lo Alum-
no delle Arti. Cap. II.
PEnſano ueramente, che la gratía, & la piaceuolezza non deriui daltronde
8840 che da la Bellezza, &
da lo ornamento, indotti da queſto, che e' non ſen-
tono che ſi truoui alcuno tanto maninconico, tanto groſſo, tanto rozo, &

tanto uillano, che non gli piaccino grandemente le coſe belle, &
che non uadia
dietro, laſciate tutte le altre, a le piu addorne, &
che non ſia ofteſo da le

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