Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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16557DEGLI ARCHITETTI.
Oſſervazioni ſopra i pilaſtri tagliati:
Come appunto ſon quelli, che ſi veggiono entro la Chieſa di San Gio: Criſoſtomo,
come anche ſopra la facciata d’eſſa Chieſa.
Dobbiamo conſiderare in queſto luogo, come nel buon ordine di retta Architet-
tura non debbonſi mai tagliare le parti principali d’eſſa Architettura, che anzi per
lo contrario debbon conſervarſi intiere, e nette pel maggior loro decoro.
In queſta
Chieſa, che abbonda di leggiera Architettura, ſi rileva il groffo errore di tagliare i
pilaſtri in modo diſdicevole, e moſtruoſo.
Si offervi la ſua figura: l’Ordine è Corin-
tio, ha piediſtallo e pilaſtri, con baſe, e capitello, e cornice:
formano cantonali
agli archi ſuperiori con dopo alette, ed impoſte con loro arcate;
e queſte ſteſſe impoſte
leſinate girano a ridoſſo, ed intorno al ſuddetto pilaſtro, di modo che troncano la
ſveltezza del medeſimo, rendendolo ſmezzato, e che offende la viſta degl’intendenti.
Similmente ſopra la facciata con ugual diſordine ſi offervano le pilaſtrate del
prim’ordine con cornici leſinate, ed alzarſi nel cantonale ſtorpiatamente il rimenato,
poichè trovaſi piantato fuori della cornice, e che col ſuo slancio giunge a tagliare
per mezzo il pilaſtro del ſecond’ ordine, che ha parimente cornice, e rimenato ſo-
pra nella guiſa ſteſſa dell’inferiore.
Tutte ſcorrezioni fon queſte da diſapprovarſi, co-
me quelle che ſono effetti di falſa Architettura guaſta e corrotta:
e di vero tutto quel-
lo, che rappreſenta pilaſtro o colonna, dee perpetuamente comparir libero, affinchè
moſtri tutta la ſua forza nel ſoſtenere:
come altresì i rimenati debbono piantar ſempre
ſul vivo, e non ſul falſo, ſiccome trovanſi queſti.
Errori tutti, che non poſſono
ſcufarſi, e che diſonorano l’Arte.
Porta della Chieſa di S. Martino.
Lo fteſſo dir poſſiamo eziandio delle alette collocate preſſo le colonne nella porta
della Chieſa di San Martino, ed in quella del Sepolcro, nelle quali, come appari-
ſce dal diſegno, reſta l’aletta di fuori col capitello Corintio tagliata nel traverſo della
cornice dell’impoſta dell’arco di detta porta.
Così ancora dee intenderſi di quei ca-
pitelli poſti all’alette, che tagliati da faſce vanno poi a terminare in volute, come
ſono appunto quelle del ſecond’ordine della facciata di S.
Maria Zobenigo, come
anche l’altre d’eſſo ſecond’ordine ſu quella dei Carmelitani Scalzi, che non rappre-
ſentano nè alette, nè volute, ma piuttoſto moſtri, che abbiano bella teſta, e che
poi vadano a finire in aborti.
In alcuna occaſione ſi può far uſo della voluta, ma
ſenza capitello fogliato, e vi potrà ſoltanto aver luogo quello, che ſia d’Ordine To-
ſcano, o Dorico, che forma teſta, o berretta, e niente più;
e queſto diceſi il vero
modo d’operare da favio Architetto.

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