Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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166142Della forza de’ corpi Serao s’ è oſtinato nella ſua. Di che riſe la Si-
gnora Principeſſa, indi volgendoſi al Signor D.
Niccola, or cominciate voi, diſse. Allora il Si-
gnor D.
Niccola eſsendo ſopraſtato alquanto, a
me rivolto così cominciò.
Io non hò da propor-
vi coſa, che voi già non ſappiate;
ne altro dirò
poſe Giovanni Bernulli in quella belliſſima ſcrit-
tura, che ci laſciò ſopra le leggi della comuni-
cazione del moto;
e cercherò di ſvolgerlo da quel-
le curve, e da quei calcoli, di cui volle l’ uo-
mo ingegnoſiſſi@o coprirlo et adornarlo, accioc-
chè, ſe non la vaghezza, e la leggiadria della di-
moſtrazione, ne ſentiate però la forza.
E per co-
minciar d’ alto, e non laſciar’ a dietro coſa al-
cuna di ciò, che è neceſsario alla dimoſtrazione;

dico in primo luogo, che eſsendo lo ſpazietto
Nr, come voi ſteſso avete preſuppoſto, infinita-
mente piccolo, la preſſione della ſerie EN ſarà in
tutto queſto ſpazietto ſempre la medeſima:
il che
è pur chiaro, perciocchè la preſſione tanto viene
a fminuirſi, quanto la ſerie viene ad allargarſi;

allargandoſi dunque la ſerie infinitamente poco
con lo ſtenderſi da N fino in r, ne ſegue, che la
preſſione venga infinitamente poco a ſminuirſi, e
però poſsa averſi come ſe per tutto quello ſpaziet-
to foſse ſempre la medeſima.
Ben’ è vero, che paſ-
ſando dallo ſpazietto Nr all’ rs, e dallo rs allo st,
e così agli altri infiniti fino in O, biſognerà te-
ner conto di quello ſminuimento

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