Del Bruno, Raffaelo, Ristretto delle cose piu' notabili della citta' di firenze, 1745

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1 ſtoſi Palazzi, da' noſtri Cittadini, ove lo-
ro Tenute poſſeggono, edificati: onde il
leggiadriſſimo Arioſto tutto ſtupore, e ſen-
za veruna iperbole, in oſſervandole, cantò:
G 3 ſtoſi
A veder pien di tante Ville, e Colli,
Par, che 'l terren ve le germogli, come
Vermene germogliar ſuole, e rampolli.
Se dentro a un mur ſotto un medeſmo nome,
Fuſſer raccolti i tuoi Palagj ſparſi,
Non ti ſarien da pareggiar due Rome.
Or che dirſi potrebbe in oggi, che dal
tempo dell'Arioſto al preſente ſono tanto
creſciute di numero, ed abbellite le Fab-
briche ?
La coltivazione poi de' terreni è
sì regolata, e linda, che non cede a veru-
na dell'Europa, a tal che gli Oltramontani
non hanno dubitato di credere i noſtri Po-
deri altrettanti Giardini; così ben coltiva-
ti ſi vedono, e con tant' ordine fatte in
eſſi le piantate di Viti, Ulivi, Gelſi, e
d' ogni altra qualunque ſorte d' Alberi, e
Frutti, eſſendo ſempre mai ſtata non mi-
nor cura de' noſtri Cittadini in tenere ben
cuſtodite le loro Tenute, di quel che ella
ſia in tutte le più ſerie loro applicazioni;
anzi molti della più fiorita Cittadinanza,
ſi ſon gloriati di laſciare precetti, e rego-
le, che molto utili ſino a' noſtri tempi ſi
provano.
Un Luigi Alamanni fece in ver-
ſo la ſua Coltivazione Toſcana, e dedi-
colla al Re Franceſco Primo.
E Giovanni

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