Alberti, Leon Battista, L' architettura

List of thumbnails

< >
11
11 (7)
12
12 (8)
13
13 (9)
14
14 (10)
15
15 (11)
16
16 (12)
17
17 (13)
18
18 (14)
19
19 (15)
20
20 (16)
< >
page |< < (13) of 442 > >|
1713LIBRO PRIMO intemperie dell' aria, hor calda, & hor fredda, diuentare inferme, & piene di
peſte.
Per tanto ſi debbe auuertire, & non ſenza propoſito, quãto, & qual So
le habbia ad hauere il Paeſe, accio non uiſia, nè piu Sole, nè piu ombra, che ſi
biſogni.
I Garamanti beſte@nmiono il Sole quando eſsi leva, & quãdo egli ua
ſotto:
percioche e' ſono auuampati dalla troppa cõtinuatione de' raggi. Al-
115 tri ſono Pallidi per hauer quaſi una cõtinuata notte &
che così accaggia, nõ in-
teruiene tanto per hauere il polo piu baſſo, o piu aſghembo, ancora che que
ſto faccia aſſai, quanto che per eſſere i luoghi poſti cõ la faccia, o ariceuere il
Sole, &
i venti, o a ſchifarli. Io piu preſto uorrei, i venticelli piaceuoli & pic-
coli, che i venti, &
piu toſto i vẽti, ancor che crudi & meno che modeſti, che
2210 io non uorrei l' aria immobile, &
grauiſsima. Le acque ancora dice Ouidio,
ſi guaſtano, ſe non ſi muovono.
L'aria, per dire così, in uerità ſi raſſerena grã-
diſsimamente per il moto.
Percioche io certo mi pẽſo, che i vapori, che ſi lie-
uano di terra, o ſi riſoluino per il moto, ouero riſcaldandoſi per i moti ſi ma-
turino.
Ma io uorrei che queſti uenti, giugneſsino cotti dalli oppoſti monti,
3315&
ſelue, o ſtracchi da un loro lungo uiaggio. Vorrei che da i luoghi donde e'
paſlano, nõ cõduceſsino a noi mala impreſsione.
Et per queſto ſi debbe auuer-
tire di fuggire ogni cattiua vicinãza, donde ne eſca coſa alcuna nociua:
Nel nu
mero delle quali coſe è il cattiuo odore, &
ogni groſlo uapore, de' luoghi pa
duloſi, &
maſsime delle acque corrotte, & delle foſſe. I naturali tẽgono per ce
4420 to, che ogni fiume, che creſca per le neui, meni aria fredda, &
groſla: Ma niſlu-
na ſarà infra i'acque piu cattiua, o brutta, che quella, che non agitata da alcun
moto ſi marciſce.
Et queſta corruttione di sì fatta vicinãza, ſarà tãto piu infer
ma, quãto ella ſarà piu eſpoſta a' uenti men ſani.
Dicono ancora, che i uẽti nõ
ſon tutti per lor natura tali, che eglino arrechino ſanità, o malattie.
Ma Plinio,
5525 ſeguẽdo Teofraſto, &
Hippocrate, che dice che Aquilone è accommodatiſsi-
mo a reſtituire, &
cõſeruare la ſanità, & i naturali tutti affermano, che Oftro è
piu di tutti gli altri nocivo, alla humana generatione.
Et in oltre ſi penſono,
che i beſtiami, ſoffiando Oſtro, nõ ſtieno ne' paſcoli ſenza pericolo, &
hanno
oſſervato, che mẽtre tal uento tira, le Cicogne nõ volano mai, &
che i Delfini
6630 ſoffiando Aquilone, &
andãdoli a ſecõda, ſentono le uoci, ma tirãdo Oſtro, le
ſentono piu tardi, e nõ le ſentono ſe nõ rapportategli dal dirimpetto:
Et che
ſoffiando Aquilone, vna anguilla uiuerà ſei giorni, ſenza acqua, ma tirãdo Oſtro,
non durerà per hauer queſto uento in ſe tanta groſſezza, e tanta forza di fare
malattie, di maniera, che e' dicono, che ſi come ſoffiando Oſtro gli huomini
7735 diuentano catarroſi &
ſi ammalano, così ſoffiando Maeſtrale, toſſono: Biaſimo-
no anche il mare Mediterraneo, per queſto riſpetto maſsimamente, che e'par
loro, che il paeſe eſpoſto alla reſleſsione de' raggi patiſca di doi ſoli, che l'vno
l' abbrucia dal Cielo, &
l' altro dalle acque: Et conoſcono nel tramontar del
Sole faruiſi grandiſſima mutatione d'aria, poi che l' ombre della fredda notte,
8840 cõpariſcono.
Et ſono alcuni, che penſano, che i fiati occidentali, & le refleſsioni
de' raggi ribattute, o dall' acque &
dal mare, o da i monti, ſieno piu dall' altre
moleſte:
Percioche per il continuato Sole di quel giorno, rendono il già riſcal-
dato luogo piucocente per la ſoprauenuta afa:
radoppiata dalle

Text layer

  • Dictionary

Text normalization

  • Original

Search


  • Exact
  • All forms
  • Fulltext index
  • Morphological index