177DI CHI TRADVCE.
Machine Se mouenti, il principio interno del moto dà il
moto alle parti organiche eſſendo in queſte il ferro, il le-
gno, ele corde, in vn certo modo, come ne gli animali
ſono l’offa, & inerui. Se ne troua parimente mentione
in quel Libretto intitolato de Mundo ad Aleſſandro, del
quale ſi dub ita chi ne foſſe l’Autore, eſſendo già frà i Let-
terati riceuuto per coſa manifeſta del modo del trattare,
e dalle fraſi, ch’egli non ſia d’Ariſtotile. E` ſcritto, dico,
in quel Libretto che gli Dei, ſtando nel cielo, coſi muouo
no le parti dell’vniuerſo, come fa queſti Automati, il Mae-
ſtro loro; ilquale, dato che ha il moto, ſi ſcoſta, e mouen-
doſi la machina egli non ſi muoue. Che queſt’arte poi,
come io diceua, camini di pari paſſo con le Mathemati-
che, ſi conoſce di qui, che Archimede Principe di tutti gli
altri in queſta profeſsione, fabricò quella marauiglioſa
sfera, nellaquale egli vnì i moti del Sole, della Luna, e de
gli altri cinque erranti; la quale sfera fu detto da Clau-
diano, eſſere ſtata di vetro, quando egli la celebrò con
queſti verſi:
moto alle parti organiche eſſendo in queſte il ferro, il le-
gno, ele corde, in vn certo modo, come ne gli animali
ſono l’offa, & inerui. Se ne troua parimente mentione
in quel Libretto intitolato de Mundo ad Aleſſandro, del
quale ſi dub ita chi ne foſſe l’Autore, eſſendo già frà i Let-
terati riceuuto per coſa manifeſta del modo del trattare,
e dalle fraſi, ch’egli non ſia d’Ariſtotile. E` ſcritto, dico,
in quel Libretto che gli Dei, ſtando nel cielo, coſi muouo
no le parti dell’vniuerſo, come fa queſti Automati, il Mae-
ſtro loro; ilquale, dato che ha il moto, ſi ſcoſta, e mouen-
doſi la machina egli non ſi muoue. Che queſt’arte poi,
come io diceua, camini di pari paſſo con le Mathemati-
che, ſi conoſce di qui, che Archimede Principe di tutti gli
altri in queſta profeſsione, fabricò quella marauiglioſa
sfera, nellaquale egli vnì i moti del Sole, della Luna, e de
gli altri cinque erranti; la quale sfera fu detto da Clau-
diano, eſſere ſtata di vetro, quando egli la celebrò con
queſti verſi:
Il Ciel chiuſo mir ando in picciol vetro
Riſe Gioue, e coſi diſſe a’ celeſti:
T anto hà dunque poter cura mortale?
Ecco la mia fatica in fragil vetro
Diuiene ſcherzo, e’l Siracuſio V ecchio
De gli huomini del Ciel, e de le coſe,
E le Leggi, e la Fede, ecco traſporta.
Chiuſo lo ſpirto a varie ſtelle ſerue,
E certo dona a l’opra viua il moto.
Finto l’anno ſuo corre il cercbio obliquo,
E falſa Cintia al nouo meſe riede.
Già riuolgendo il Mondo ſuo l’audace
Induſtria gode, e con humano ingegno
Regge le ſtelle, à che de l’innocente
Salmoneo, vien ch’ammiriil falſo tuono
Riſe Gioue, e coſi diſſe a’ celeſti:
T anto hà dunque poter cura mortale?
Ecco la mia fatica in fragil vetro
Diuiene ſcherzo, e’l Siracuſio V ecchio
De gli huomini del Ciel, e de le coſe,
E le Leggi, e la Fede, ecco traſporta.
Chiuſo lo ſpirto a varie ſtelle ſerue,
E certo dona a l’opra viua il moto.
Finto l’anno ſuo corre il cercbio obliquo,
E falſa Cintia al nouo meſe riede.
Già riuolgendo il Mondo ſuo l’audace
Induſtria gode, e con humano ingegno
Regge le ſtelle, à che de l’innocente
Salmoneo, vien ch’ammiriil falſo tuono