Del Bruno, Raffaelo, Ristretto delle cose piu' notabili della citta' di firenze, 1757

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1 late con tanti belli, e maeſtoſi Palazzi,
da' noſtri Cittadini, ove loro Tenute poſ-
ſeggono, edificati: onde il leggiadriſſimo
Arioſto tutto ſtupore, e ſenza veruna iper-
bole, in oſſervandole, cantò:
la-
A veder pien di tante Ville i Colli,
Par, che 'l terren ve le germogli, come
Vermene germogliar ſuole, e rampolli.
Se dentro a un mur ſotto un medeſmo nome,
Fuſser raccolti i tuoi Palagj ſparſi,
Non ti ſarien da pareggiar due Rome.
Or che dir ſi potrebbe in oggi, che dal
tempo dell'Arioſto al preſente ſono tanto
creſciute di numero, ed abbellite le fab-
briche?
La coltivazione poi de' terreni è
sì regolata, e linda, che non cede a ve-
runa dell'Europa, a tal che gli Oltramon-
tani non hanno dubitato di credere i noſtri
Poderi altrettanti Giardini, cosí ben colti-
vati ſi vedono, e con tant'ordine fatte in
eſſi le piantate di Viti, Ulivi, Gelſi, e
d'ogni altra qualunque ſorte d'Alberi, e
Frutti, eſſendo ſempre mai ſtata non mi-
nor cura de' noſtri Cittadini in tenere ben
cuſtodite le loro Tenute, di quel che ella
ſia in tutte le più ſerie loro applicazioni;
anzi molti della più fiorita Cittadinanza,
ſi ſon gloriati di laſciare precetti, e rego-
le, che molto utili fino a' noſtri tempi ſi
provano.
Un Luigi Alamanni fece in ver-
ſo la ſua Coltivazione Toſcana, e dedicolla
al Re Franceſco I.
E Giovanni Vettorio So-

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