Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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173149LIBRO II. non minore. Ecco finito, ciò che tanto deſidera-
vate, il mio ragionamento;
nel quale io non ho
voluto altro, che eſporvi una famoſa dimoſtrazio-
ne, la qual tanto piacque a Bernulli, che non du-
bitò di anteporla quaſi a tutte l’ altre;
et a voi
forſe ſarebbe maggiormente piaciuta, ſe io aveſ-
ſi potuto abbellirla di quel leggiadro calcolo, di
cui egli la ornò;
ma vi baſti averne inteſa la forza.
A me ſarebbe piaciuto il calcolo, diſſe allora la
Signora Principeſſa;
ma più m’ è piaciuto il non
averne biſogno.
Indi a me rivolta, a voi ſta,
diſſe, di combattere ora la dimoſtrazione del
Signor D.
Niccola; il che voglio, che facciate
con tutto lo sforzo, perchè a dirvi la verità, io
comincio già ad eſſerne quaſi preſa.
Signora, riſ-
poſi, voi mi invitate a combattere, e nello ſteſ-
ſo tempo mi levate il coraggio.
E non baſtava,
che io aveſſi da vincere l’autorità d’un così grand’
uomo, come Bernulli è che voi volete aggiun-
gervi ancor la voſtra?
Mi ſpaventerebbe anche l’
autorità del noſtro Signor D.
Nicola, ſe io cre-
deſſi, che egli foſſe così perſuaſo della ſua dimo-
ſtrazione, come ha voluto farci creder, ch’ e’ ſia.

Ma io credo, che egli ne ſia perſuaſo aſſai poco;

ne poſſo immaginarmi, che egli voglia conten-
dere con un ſuo fratello tanto caro, il quale
ſtampò già quel belliſſimo libro ſopra la forza vi-
va, e ſoſtenne quella opinione, che ſoſtengo io,
benchè ſotto altri termini, e d’ altra maniera.

Non rinoviamo, diſſe allora il Signor D.

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