Alberti, Leon Battista, L' architettura

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173169LIBRO SESTO. ne le ſtanze principali del palazzo Regio, alcuni magici haueuano legato al pal-
co quattro Vccelli d’oro, chiamati da loro le lingue de gli Dij, &
che egli haue-
uano forza di conciliare gli animi de la moltitudine ad amare il Re.
In oltre Io-
ſepho Autore grauiſsimo dice hauere veduto vn certo Eliazaro, che in preſen-
115 za di Veſpaſiano adattato vno Anello al naſo de’ fanciulli gli liberaua ſubito dal
mal caduco.
Et dice, che Salamone ſece certi Verſi, per i quali ſi mitigano le
malattie;
Et Euſebio Pamphilo dice, che Serapi appreſſo de gli Egittij, che noi
chiamiamo Plutone, ordinò certi contraſegni, con i quali ſi ſcacciono i mali ſpi-
riti, &
inſegnò il modo con ilquale, i Diauoli preſe forme d’Animali bruti ci ſo-
2210 no moleſti.
EtSeruio dice, che gli huomini erano ſoliti a portare adoſſo alcune
conſecrationi, mediante lequali fuſsino ſicuri da gl’impeti de la ſortuna, &
che
e’ non poteuano morire, ſe e’ non ſi fuſſe prima disfatta tale conſecratione.
Se
queſte coſe ſon vere.
Io crederò facilmente quel che ſi legge in Plutarcho, che
egli era appreſſo de Pelenei vn Simulacro che leuato dal Tempio per il Sacerdo
3315 te, da quella banda, che egli ſguardaſſe empieua ogni coſa di ſpauento, &
di grã
diſsimo diſturbo;
& che nõ ſi trouauano occhi, che guardaſsino inuerſo lui per
la paura.
Ma ſieno queſte coſe dette per diletto de l’animo. De le altre coſe,
che giouino a far bello il ſito generalmente, com’è il circuito, il diſegno attor-
no, l’eſſerſi rileuzto alquanto, l’hauere ſpianato, &
lo ſtabilimento, & l’altre coſe
4420 ſimili non hò io piu che dire, ſaluo che tu le vadia a pigliare di ſopra, &
dal pri-
mo, &
dal terzo libro. Honorata certamente ſarà quella pianta, laquale (Come
noi ti dicemmo) ſarà ſecchiſsima, vguale &
aſſodata, & che ſarà ancora attiſsima,
&
eſpeditiſsima a quello, a che ella harà da ſeruire: & giouerà grandemente ſe
ella ſarà ſm altata di Terra cotta, del qual lauoro parleremo dipoi, quando trat
5525 teremo de le Mura.
Faccia ancora a noſtro propoſito quel che diceua Platone,
che l’Autorità del luogo ſarà piu degna, ſe tu gli porrai vn nome ſplendido;
&
che queſto grandemente piaceſſe ad Adriano Imperatore lo dimoſtrano il Li-
co, il Canopeio, la Accademia, le Tempe, &
altri chiariſsimi nomi ſimili, che egli
poſe alle ſue Sale de la Villa di Tiboli.
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Del ragioneuole ſcompartimento, & dell’adornare le Mura, & il Tetto, & quale ordine,
& modo ſi habbia a tenere nel mettere le coſe inſieme accuratamente. Cap. V.
ANcor che nel primo libro ſi ſia trattato de lo ſcompartimento quaſi che a ba
7735 ſtãza, niẽtedimeno, lo riandremo breuiſsimamẽte in queſta maniera.
Il prin-
cipale ornamento in qual ſi uoglia coſa è chenon ui ſia ſconueneuolezza alcu-
na.
Sarà adunque ragioneuole, quello ſcompartimento, che non ſarà
interrotto, confuſo, perturbato, ſciolto, compoſto di parti ſconueneuoli,
&
che non harà troppe membra, non troppo piccole, non troppo grandi,
non troppo diſcordanti, &
deformi, non quaſi ſeparate, & ſtaccate dal reſtan-
8840 te del corpo.
Ma ui ſaranno tutte le coſe, ſecondo che ricerca la Natura, la
utilità, &
il biſogno de le faccẽde, che ui ſi hanno a trattare talmente termina-
te, &
talmente condotte a fine, con tale ordine, numero, grandezza, col-
locatione, &
forma, che noi dobbiamo conoſcere che di tutta queſta

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