Alberti, Leon Battista, L' architettura

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177173LIBRO SESTO. gnerle ſe tu continoui di tirarle: Ma ſe tu le percoterai di qual ſi uoglia grandiſ-
ſinio
colpo non ſi moueranno coſi ſubito, come uorreſti.
Et per il contrario
un
ſubito colpo, &
con una ſurioſa ſpinta ſi muouono alcune coſe, che giamai
ſenza
una ſtraordinaria forza di peſi grandiſsimi ſi ſariano poſſute muouere.
Sopra il diaccio ancora i grandiſsimi peſi non repugnano a chi gli tira. Veg-
115 giamo ancora che quelle coſe, che pendono da un lungo canapo per alquanto
di
ſpatio ſon pronte ad eſſer moſſe.
Il conſiderare le ragioni di queſte coſe,
&
lo imitarle ſaràa propoſito, noi ne tratteremo ſuccintamente. Biſogna che
il
diſotto del peſo ſia ſaldiſsimo &
uguale, & quanto e’ ſarà piu largo, tanto man
co
conſumerà il piano ordinatoli ſotto:
ma quanto e’ ſarà piu ſottile, tanto ſarà
2210 piu eſpedito, uero è che e’ ſarà ſolchi nel piano, &
aſſonderauui. Se nel diſot-
to
del peſo ui ſaranno angoli, ſe ne ſeruirà come di ugnoni ad afferrarſi nel pia
no
, &
a reſiſtere al uiaggio. Se i piani ſaranno liſci, gagliardi, uguali, forti non
pendendo
da alcun lato, non ſi alzando da alcun’altro, non affondando da al-
cun
lato, che impediſca, quel peſo certamente non harà coſa alcuna che li con-
3315 traſti, o per il che recuſi di obbedire, eccetto queſta ſola coſa, cioè che eſſo pe-
ſo
di ſua natura è grandiſsimo amico del la quiete, &
però tardo & lento. Con-
ſiderando
forſe Archimede a ſimili coſe, &
eſaminando piu proſondamente la
forza
de le coſe, che noi habbiamo dette, ſu indotto a dire, che ſe e’ ſi trouaſſe
baſa
di tanta gran macchina, che gli darebbe il cuore di tramutare il Mondo.
4420 Lo ordinare il fondo del peſo, & il piano ſopra a che ſi a tirare, il che noi quì
cerchiamo
, ci uerrà fatto commodamente.
Diſtendinſi Traui tante, & tanto
groſſe
, &
tanto gagliarde, che ſieno baſtanti al peſo, ſalde, uguali, liſce, congiun
te
pari inſieme, inſra il fondo &
il piano, ui è di biſogno d’un certo che di me-
zo
, che faccia il cammino piu lubrico, il che ſi fa con ſapone, o con ſeuo, o
5525 morchia, o forſe con belletta.
Ecci ancora un’altro modo di fare il cammi-
no
lubrico, cioè con curri meſsiui ſotto a trauerſo, i quali ſe in queſto luogo ſa-
ranno
aſſai, diſſicilmente ſi acconcieranno diritti, a linee uguali &
determina-
te
al diſegnato uiaggio, il che è di neceſsità che ſi faccia, accio non dieno noia,
&
non conduchino il peſo a l’una de le bande. Ma che ad una ſola ſpinta facci-
6630 no tutti bene l’oſſitio loro.
Et ſe e’ ſaranno pochi, certo che durando ſotto il
peſo
ſatica, o ſi conſumeranno, o ſtiacciatiſi ſi ſermeranno, ouero con quella
una
ſola linea con laquale toccono il ſondo del peſo, ſi ſicheranno &
ſi ferme-
ranno
quaſi come un taglio nel peſo, o nel piano.
Il curro è compoſto di piu
cerchi
congiunti inſieme, &
i Mathematici dicono che il cerchio non può toc-
7735 care una linea retta piu che in un punto, per queſto chiamo io taglio del Curro
quella
linea ſola del curro che dal peſo è aggrauata, a queſti curri ſi prouederà
bene
ſe ſi torrà legnami ſodi, ſerrati, &
con il diſegnare & dirizzare le linee ſe-
condo
la ſquadra.

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