Alberti, Leon Battista, L' architettura

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178174DELLA ARCHITETTVRA curatamente. Sono certamentele Ruote in gran parte molto ſimili a Curri:
percioche ſempre da vn ſol punto a piombo premono a lo in giù: Ma ecci que-
ſta
differentia che i curri ſono piu eſpediti, &
le ruote per l’infragneruiſi dentro
il
perno, ſanno l’officio loro piu tardo.
Le parti de le Ruote ſono tre, il circui-
to
maggiore di ſuori di eſſa ruota, il Perno del mezzo, &
quel buco, doue entra
115 il Perno.
Queſto Perno alcuni ſorſe lo chiameranno il polo, ma a noi, percio-
che
egli in alcuni inſtrumenti ſta ſaldo, &
in alcuni altri ſi gira, ſia lecito il chia-
marlo
Perno.
Sela Ruota ſi girerà ſopra vno Perno groſſo, ſi girerà con ſatica;
ſe intorno ad vn ſottile non reggerà a peſi, ſe il circuito di ſuori di eſſa ruota ſa-
ſtretto, ſi come dicemmo de Curri ſi ſiccherà nel piano;
ſe ſarà largo, andrà
2210 vagellando hor da una parte, &
hora da l’altra; & ſe perauentura le ruote ſi ha-
rãno
a ſuolgere, o da deſtra, o da ſiniſtra, obbediranno malageuolmente;
ſe il cer
chio
in che ſi gira il Perno ſarà largo piu che il biſogno, rodendo egli ſe n’eſce,
ſe
troppo ſtretto, non gira, infra il Perno, &
il Cerchio in che ei ſi volge biſogna
che
ſia vn mezzano che lo lubrichi, perche l’uno di queſti ſerue per il piano, &

3315 l’altro per il ſondo del peſo.
I Curri, & le Ruote ſi fanno d’olmo, & di leccio.
I Perni d’Agriſoglio, & di Corniolo, o piu preſto di Ferro, il miglior cerchio di
tutti
gli altri in cui ſi gira il Perno, ſi ſa di Rame meſcolatoui vn terzo di ſtagno;

Le
Girelle ſono ruote piccole, le ſtanghe, o Manouelle ſono de la ſpetie de razi
dele
Ruote.
Ma tutte queſte coſe qualunque elle ſieno, o ſiano Ruote grandi
4420 volte da gli huomini con lo andarui dentro, o ſiano Argani, o Viti, ne quali in-
ſtrumenti
le ſtanghe, o Ruote piccole, o qual ſi voglia coſa ſimile, ſono la impor
tanza
, la ragione del farle certo tutta naſce da principij de la Bilancia.
Dicono
che
Mercurio per queſto piu che per altro fu tenuto diuino, che ſenza fare ge-
ſto
alcuno di mani, pronuntiaua con le parole ſole, quelle coſe, che ei diceua, di
5525 maniera, che egli era inteſo larghiſsimamente:
& ſe bene io dubito di non po-
tere
fare queſto, io me ne sforzerò nondimeno quanto piu potrò:
Concioſia,
che
io mi ſono deliberato di parlare di queſte coſe, non come Mathematico,
ma
come vno artier, &
non dire ſe non quello, che a me paia di non potere la-
ſciare
in dietro.
Fa per imparare queſto di hauere in mano vno dardo: Io
6630 vorrei, che in eſſo tu vi conſideraſsi tre luoghi, i quali io chiamo punti, i duoi
eſtremi
capi, cìoè il ſerro, &
la impennatura; & il terzo il laccio del mezzo;
& i duoi ſpatii, che ſono inſra duoi eſtremi capi, & il laccio io gli chiamo rag-
gi
.
Non voglio diſputare, perche coſi ſia; Percioche il ſatto ſarà chia-
ro
da la eſperienza.
Concioſia che ſe il laccio ſarà collocato nel mezzo
7735 del dardo, &
il capo de la impennatura corriſponderà al peſo del capo del
ſerro
, ſtaranno certamente amendue le teſte del dardo ſcambieuolmente v-
guali
, &
bilanciate: Ma ſe perauuentura la teſta del ferro ſarà piu graue,
l’altra
de la impennatura ſarà ſuperata;
nondimeno in eſſo dardo ſi trouerà v-
no
determinato luogo piu vicino a la teſta piu graue, nel quale riducendo tn il
8840 laccio i peſi ſubito ſi bilanceranno l’vno l’altro;
& queſto ſarà quello punto dal
quale
queſto raggio maggiore ſoprauanza tanto il minore, quanto queſto pe-
ſo
minore è auanzato dal maggiore.
Percioche coloro, che vanno dietro à
queſte
coſe, hanno trouato, che i raggi diſuguali ſi aggiuſtano con peſi

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