Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752
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179155LIBRO II. dico, fra quanti ne ha Italia, chiaro et illuſtre, e@
oltre a ciò geometra molto deſtro, e degno de i due
famoſi fratelli Euſtachio, e Gabriello, preſe, alquan-
ti anni ſono, nell’ Accademia di Bologna a conſi-
derare quella dimoſtrazione, che ſotto un’ elegan-
te calcolo eſpoſe Bernulli, e poco fa ci ha eſpoſta
il Signor D.
Niccola ſenza calcolo. Aveva Bernul-
li in quella ſua artificioſa ſupputazione chiamato
p quella preſſione, con la quale aprendoſi una
ſerie urta un globo;
e chiamando altresì p la
preſſione, con cui ſpiegandoſi un’ altra ſerie urta
un’ altro globo, aveva dimoſtrato con ciò, che
egli avea per egualiamendue quelle preſſioni, quan-
tunque le ſerie da lui propoſte foſſero diſeguali.
E di qui cominciando, avea poi teſſuto certo calco-
lo, che ſecondo l’intendimento ſuo, non ſenza
offeſa de Carteſiani, lo conduceva all’ opinion di
Leibnizio.
Il Manfredi ſeguendo le iſteſſe orme, non
mutò altro, ſe non che l’ una delle dette preſſioni
chiamò p, l’ altra np, moſtrando con ciò di non a-
verle per eguali, ma bensì per proporzionali alle
ſerie ſteſſe;
e con queſto ſolo fraſtornò tutto quel
calcolo di maniera, che diſtogliendolo dall’ opinion
di Leibnizio gli acquiſtò l’ amicizia e la grazia de
Carteſiani.
Il che pur fece quaſi allo ſteſſo tempo il
Padre Negri Barnabita matematico aſſai illuſtre
in Milano.
Tanto era neceſsario a Bernulliani il
dimoſtrar l’ uguaglianza di que’ due primi impul-
ſi, con cui le ſerie cacciano i globi nel loro aprir-
ſi.
E di vero tolta una tale uguaglianza, io

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