1dimostrazioni, fu potissima causa che s'ingerisse quella così fatta opinione
in tutti rimasti alla superficiale lettura istupiditi.
in tutti rimasti alla superficiale lettura istupiditi.
D'investigare cotesti così spesso taciuti principii e di scoprire quel lo
gico ordine, con che deve Leonardo averli condotti alle conclusioni, è stato
lo studio nostro principale, da cui ci è felicemente venuto l'intendere la
natural ragione di quello, che sarebbe altrimenti rimasto un mistero. Erano
dall'altra parte così fatti principii, che per noi si riducono principalmente
alla composizion delle forze nel rettangolo e nel parallelogrammo, assai an
tichi e, per essere stati insegnati da Aristotile, largamente diffusi. Ma i pe
ripatetici, inetti, e gli altri diffidenti fecer sì che con danno gravissimo della
scienza si rimanessero nelle Questioni meccaniche sterili o con frutti scarsi
ed agresti.
gico ordine, con che deve Leonardo averli condotti alle conclusioni, è stato
lo studio nostro principale, da cui ci è felicemente venuto l'intendere la
natural ragione di quello, che sarebbe altrimenti rimasto un mistero. Erano
dall'altra parte così fatti principii, che per noi si riducono principalmente
alla composizion delle forze nel rettangolo e nel parallelogrammo, assai an
tichi e, per essere stati insegnati da Aristotile, largamente diffusi. Ma i pe
ripatetici, inetti, e gli altri diffidenti fecer sì che con danno gravissimo della
scienza si rimanessero nelle Questioni meccaniche sterili o con frutti scarsi
ed agresti.
Fra i non inetti, e i non diffidenti a quei tempi, Leonardo non fu cer
tamente il solo, ma il principale e il meglio conosciuto da noi, che abbiamo
finalmente avuto la ventura di poter, come cosa pubblica, leggere i suoi
manoscritti. E perchè Galileo e i discepoli di lui, tutt'altro che inetti, fu
rono però diffidenti, ecco naturalmente scoperta la recondita ragione del
perchè Filosofi così valorosi si trovino bene spesso senza vantaggio sopra
l'illetterato artista di Vinci, e talora rimangan anzi da lui superati e vinti.
Ma è bene lasciar le parole e venire ai fatti.
tamente il solo, ma il principale e il meglio conosciuto da noi, che abbiamo
finalmente avuto la ventura di poter, come cosa pubblica, leggere i suoi
manoscritti. E perchè Galileo e i discepoli di lui, tutt'altro che inetti, fu
rono però diffidenti, ecco naturalmente scoperta la recondita ragione del
perchè Filosofi così valorosi si trovino bene spesso senza vantaggio sopra
l'illetterato artista di Vinci, e talora rimangan anzi da lui superati e vinti.
Ma è bene lasciar le parole e venire ai fatti.
Ecco il primo saggio, che ci si offre, della fruttuosa applicazione fatta
da Leonardo del principio delle forze composte alla dimostrazion del se
guente teorema: “ Sia la leva AT (fig. 24) il suo punto d'appoggio in A,
215[Figure 215]
da Leonardo del principio delle forze composte alla dimostrazion del se
guente teorema: “ Sia la leva AT (fig. 24) il suo punto d'appoggio in A,
215[Figure 215]
Figura 24.
un peso O attaccato in T, e la forza
N, che ha da tenere il peso O in
equilibrio. Tira AB perpendicolare
a BO e AC perpendicolare a CT:
quella proporzione avrà N ad O che
la linea AB alla linea AC ” (Ma
nuscr. E cit., fol. 65). I termini qui
di mezzo fra la conclusione e il
principio non è difficile ritrovarli in
ciò: che considerando Leonardo la
linea AT come la diagonale del ret
tangolo rappresentatrice di tutta la
forza, che distrae dal suo punto d'appoggio la leva, decompone quella stessa
forza unica in due: AB orizzontale misuratrice della forza traente N, e AC
verticale misuratrice della forza gravitante O per cui son veramente le con
dizioni dell'equilibrio date dall'equazione N:O=AB:AC, conforme a quel
che dalle Note dell'Autore s'è di sopra trascritto.
un peso O attaccato in T, e la forza
N, che ha da tenere il peso O in
equilibrio. Tira AB perpendicolare
a BO e AC perpendicolare a CT:
quella proporzione avrà N ad O che
la linea AB alla linea AC ” (Ma
nuscr. E cit., fol. 65). I termini qui
di mezzo fra la conclusione e il
principio non è difficile ritrovarli in
ciò: che considerando Leonardo la
linea AT come la diagonale del ret
tangolo rappresentatrice di tutta la
forza, che distrae dal suo punto d'appoggio la leva, decompone quella stessa
forza unica in due: AB orizzontale misuratrice della forza traente N, e AC
verticale misuratrice della forza gravitante O per cui son veramente le con
dizioni dell'equilibrio date dall'equazione N:O=AB:AC, conforme a quel
che dalle Note dell'Autore s'è di sopra trascritto.