Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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Figura 25.
zion
della quale formi un angolo retto con AM:
tanto
sarà minore la forza F del peso M, quanto
AC
è minore di AM (Venturi, Essai cit., pag. 17).
Fu a dare in pubblico queste conclusioni primo fra i Matematici il Be­
nedetti
, nel cap.
II del suo trattato De mechanicis, e Galileo l'applicò util­
mente
come lemma, senza darne dimostrazione.
Come lemma pure, ancora
supposto
vero, ne fece il medesimo uso il Torricelli, il quale abbreviò e in­
formò
della sua solita eleganza il teorema galileiano.
Prolunghisi nella me­
desima
figura XXV la tangente MF in P, e conducasi la orizzontale PR.
I
triangoli
simili ACM, FPR danno la proporzione AC:AM=FR:FP e
perciò
F:M=FR:FP.
Ora permanendo il grave M ugualmente bene in
equilibrio
o sia, come dianzi, sospeso al filo AM, o posato sul piano FP;
dunque
ne conclude il Torricelli: “ Momentum totale gravis, ad momen­
tum
quod habet in plano inclinato, est ut longitudo ipsius plani inclinati ad
perpendiculum
(De motu gravium, Florentiae 1644, pag.
101).
Il processo di Leonardo è facile persuadersi che dovesse esser simile
a
questo, con tal differenza però che, mentre il Torricelli ammetteva per
lemma
supposto vero chequando grave circumfertur a semidiametro
AG
=AM, manente puncto A, tunc momentum totale eius, hoc est mo-

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